Il blocco dell’attività amministrativa della Provincia di Nuoro è sempre più vicino. Lo ha detto il Presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu al prefetto di Nuoro, Pietro Lisi, durante l’incontro di oggi.
“Il blocco è nei fatti, riguarderà tutti i procedimenti gestiti in questo momento dall'ente e comporterà un danno per l’economia provinciale di oltre 59 milioni di euro”. Nel documento-dossier consegnato al Prefetto Lisi, il Presidente Deriu elenca i 16.861 procedimenti oggi negli uffici dell'ente: si tratta di appalti per la costruzione, la messa in sicurezza e la manutenzione di strade e scuole, di progetti comunitari, di risorse destinate alle scuole per l'infanzia non statali, all’accompagnamento e al supporto di studenti con disabilità. Dei fondi per il salvamento a mare.
“ Niente di tutto ciò – ha sottolineato il Presidente – potrà essere portato a compimento”. Inoltre, come evidenziato nel dossier, non potranno essere pagati gli stipendi ai 264 dipendenti della provincia, né potranno essere erogati i contributi alle società partecipate con disagi per altri 179 lavoratori. E non potranno essere concluse le procedure per la selezione dei 54 lavoratori del CSL e dei servizi antinsetti, né quelle per l’inserimento di oltre 100 lavoratori nelle liste di mobilità indennizzata. Blocco anche dei fondi per i tirocini formativi. “In momenti di recessione e crisi si parla di PIL: rispetto al PIL provinciale, che è di 2,8 miliardi di euro l’anno, il blocco porterà un danno immediato di 2.1 punti percentuali.
Considerando che una gran parte del blocco riguarda denaro – ha spiegato il Presidente della Provincia di Nuoro – gli economisti ci insegnano che il danno sarà almeno due volte tanto”. Danni che risulteranno ancora maggiori con l’aggiunta dei blocchi derivanti dall’impossibilità di portare avanti i procedimenti di concessione e autorizzazione che riguardano imprese estrattive, di smaltimento, di trasporto, di produzione di energia elettrica da fonti alternative. La causa del blocco amministrativo è da ricercarsi nel disordine istituzionale e normativo creato dal referendum.
“La pubblicazione dei decreti con la ratifica degli esiti delle consultazioni referendarie e l’approvazione della Legge regionale n. 11 del 2012 contenente le norme per il riordino delle autonomie locali e predisposta in urgenza per impedire il caos amministrativo, hanno aumentato l’indeterminatezza: ad oggi – ha dichiarato il presidente Deriu – non esiste alcuna norma che permetta alle province di potersi dichiarare esistenti e non si sanno quali sono le competenze, le funzioni. Non è possibile determinare quali siano le responsabilità politiche e quelle amministrative. E’ chiaro che in una situazione come questa è difficile individuare chi possa avere la responsabilità di firmare qualsiasi procedimento”.
Nella lettera consegnata al prefetto Lisi, le motivazioni del caos e del conseguente blocco sono da ricercarsi nelle tante violazioni alla Costituzione e allo Statuto speciale contenute nei referendum, nei decreti di indizione delle consultazioni elettorali, in quelli di ratifica degli esiti e nella legge “proroga”. “Le Province – si legge nella lettera - sono un’articolazione necessaria della Repubblica, secondo l’art 114 della Costituzione e l’art. 43 dello Statuto: non possono essere abrogate né da un referendum né da una legge ordinaria del Consiglio regionale. “Per questo – ha concluso il presidente Deriu – abbiamo chiesto al prefetto di interessare della questione i ministri competenti, perché analizzino in profondità la situazione sarda e si adoperino in ogni modo consentito e possibile per tornare alla legittimità”. Com