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Artigianato in Sardegna – Fotografia di Imprenditorialità, Fiscalità, Credito, Burocrazia e Lavoro nella nostra regione.

Sono 40.362 imprese artigiane registrate, 87.464 gli occupati totali, 44.802 i dipendenti, 3.974 gli apprendisti che generano 4miliardi280milioni di euro di valore aggiunto e 28 milioni di euro di esportazioni. E ancora più di 3 miliardi di euro di finanziamenti alle imprese con meno di 20 addetti (il 26,1% del totale erogato a tutti settori produttivi) ma anche una burocrazia che costa 11.022 euro a ogni azienda, una giustizia che chiude una istanza fallimentare in 3.470 giorni e un lavoro irregolare che supera il 15%.
Questa è la “fotografia” dell’artigianato della Sardegna nel 2011 che l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese ha presentato durante l’Assemblea Generale svolta a Roma, che ha preso in considerazione i punti di forza e il contesto imprenditoriale; ben 61 voci, di 13 settori regionali che hanno messo in relazione Imprenditorialità, Lavoro e Made in Italy, Fiscalità, Credito, Burocrazia, Giustizia, e Rapporti con la Pubblica Amministrazione, Utilities, Servizi Pubblici locali, Infrastrutture, Capitale Sociale e Concorrenza sleale nel sommerso.

“E’ una istantanea che mette in risalto come il comparto artigiano sia sempre la parte fondamentale dell’impresa isolana – afferma il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu – perché rappresenta il 24% di tutte le imprese attive nella regione (in Italia sono il 23,8%), perché quelle con meno di 10 addetti sono il 95,5% di tutte quelle operanti nella nostra isola (94,6% in Italia), perché gli occupati nelle imprese artigiane sono il 25,7% del totale occupati in tutte le imprese (il Italia è il 18,3%).

Un contesto aziendale, in pratica, che vede l’estinzione della grande industria, con il 99,6% del totale delle imprese (120.297 addetti) che non supera i 50 dipendenti, e l’allargamento, sempre crescente, della fascia delle aziende con meno di 20 dipendenti (118.977, il 98,5% del totale delle attività).

“E’ una situazione di “nanismo” che se da una parte rende più flessibili le aziende nelle situazioni di crisi – riprende Murgianu - dall’altra le espone a rischi gravissimi quando si tratta di affrontare mercati sempre più esigenti, concorrenza sempre più agguerrita e situazioni di stress derivanti da ritardati pagamenti, forte burocrazia, bassa formazione, ristrettezza creditizia e condizioni di humus imprenditoriale sempre meno adatti. Il tutto aggiunto all’atavica scarsa propensione alla collaborazione fra imprese che fa si che ogni 1000 aziende vengano conclusi solo 2,4 accordi di cooperazione”.

Tutto questo in una regione dove esistono 2,4 imprese ogni 100 abitanti e 5,8 aziende ogni 100 famiglie.

Una immagine, quella rilevata da Confartigianato in Sardegna, confusa e preoccupante anche nel tessuto socio-lavorativo: il tasso di disoccupazione tra i 14 e 24 anni, infatti arriva al 42,4%, mentre quello dell’occupazione, nella stessa fascia d’età, al contrario supera di poco il 17%.

Critica anche la situazione formativa dei giovani: è del 23,9% la quota di chi abbandona prematuramente gli studi (media nazionale del 18,8%) mentre sono 69.550 (25,6%) i giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non si formano.

Sconfortanti anche i dati su Cassa Integrazione in artigianato e lavoro irregolare; nel 2011 sono state autorizzate 907.056 ore di CIG, circa 20 per dipendente, e, nonostante il giro di vite del Governo Nazionale, gli irregolari sono il 15% sul totale degli occupati, ovvero più di 5 punti rispetto alla quota nazionale (10,2%).

Il Presidente Murgianu chiude l’analisi con una riflessione: “Viviamo quotidianamente una situazione che non favorisce chi vuole operare, investire e crescere. E’ una situazione che, non da ora ma adesso più che mai, oltre a penalizzare le imprese, vede l’isola in un fase di forte arretramento dal punto di vista dello sviluppo e del progresso. Nonostante tutto questo, aggravato dalla crisi, a nostro avviso manca il giusto impegno e sostegno politico-amministrativo-istituzionale affinché tutto il contesto cresca in maniera diversa e concreta. Al Presidente Cappellacci e alla Giunta vogliamo solo dire: se non crescono le imprese, non cresce il tessuto sociale e non cresce l’intera Sardegna. E questo, nessuno, può permetterselo”.

I dati della “fotografia” sono tratti dalle analisi di Banca d’Italia, Corte dei Conti (su dati Assobiomedica), Eurostat, Fedart Fidi, Ifel, Inps, Istat, Isfol, Istituto Guglielmo Tagliacarne, Ministero della Giustizia, Ministero dell'Economia e delle Finanze, Ministero dell'Interno, Ragioneria Generale dello Stato e Unioncamere.

Sardegna - Punti di forza e contesto delle piccole imprese e dell’artigianato

Imprenditorialità, lavoro e made in Italy

Microimprese (fino a 10 addetti): 115.385, il 95,5% delle imprese

Occupati nelle imprese con meno di 10 addetti: 228.027, il 60,9% degli occupati delle imprese

Imprese con meno di 20 addetti: 118.977, il 98,5% delle imprese

Occupati nelle imprese con meno di 20 addetti: 275.224, il 73,5% degli occupati delle imprese

Piccole imprese (fino a 50 addetti): 120.297, il 99,6% delle imprese

Occupati nelle imprese con meno di 50 addetti: 313.592, l’83,8% degli occupati delle imprese

Valore aggiunto nelle piccole imprese manifatturiere: 1.525,5 mln di euro, il 69,3% del comparto

Imprese artigiane registrate: 40.362, il 24,0% delle imprese

Imprese artigiane nate ogni giorno: 9

Incidenza sociale dell’artigianato: 2,4 imprese artigiane ogni 100 abitanti e 5,8 ogni 100 famiglie

Imprenditori artigiani: 51.654, di cui 48.880 titolari e 2.774 collaboratori
Imprenditrici artigiane: 9.909, il 19,2% degli imprenditori, di cui 8.805 donne titolari e 1.104 collaboratrici

Giovani imprenditori artigiani sotto i 35 anni: 8.822 (il 17,1% degli imprenditori artigiani), di cui 1.765 donne (il 20,0% dei giovani artigiani under 35)

Imprese artigiane con dipendenti: 16.890

Occupati nelle imprese artigiane: 87.464, il 25,7% dell’occupazione delle imprese

Dipendenti nell’artigianato: 44.802

Apprendisti nell’artigianato: 3.974, il 45,9% degli apprendisti

Dimensione media: 2,5 addetti per impresa artigiana

Valore aggiunto nell’artigianato: 4.280,7 mln di euro, il 14,5% del totale regionale

Esportazioni dell'artigianato: 28,4 mln di euro, lo 0,9% delle esportazioni regionali

Titolari stranieri di imprese individuali: 7.484

Occupati stranieri: 23.016, il 3,8% degli occupati

Tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni: 42,4%

Tasso di occupazione dei giovani tra 15 e 24 anni: 17,1%

Tasso di attività dei giovani tra 15 e 24 anni: 29,6%

Apprendisti: 8.430

Sono state autorizzate 907.056 ore di Cassa Integrazione Guadagni per l’artigianato nel 2011

L’intensità di CIG nell'artigianato nel 2011 è stata di 20 ore per dipendente dell’artigianato mentre per il Manifatturiero artigiano è stata di 56 ore (il comparto assorbe il 64,9% delle ore di CIG)

Difficile da reperire il 20,8% delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese per il 2011
Difficili da reperire il 21,9% delle assunzioni non stagionali previste dall’artigianato per il 2011

Esportazioni manifatturiere: 5.167,0 mln di euro nel 2011 (48,7% in UE e 51,3% extra UE), variate del -0,3% rispetto al 2010. Nel 2010 le esportazioni rappresentavano il 17,5% del valore aggiunto

Fiscalità

Aliquota effettiva dell’Irap regionale: 3,75% (media nazionale di 4,13%).
Aliquota effettiva dell’Addizionale regionale Irpef: 0,90% (media nazionale di 1,21%).

Aliquota effettiva regionale dell’addizonale comunale Irpef: 0,37%
Credito  - Finanziamenti alle imprese: 11.530,0 mln di euro, l’1,3% del totale nazionale. Stock variato del -1,2% tra giugno 2011 e febbraio 2012.

Finanziamenti bancari alle imprese con meno di 20 addetti: 3.004,6 mln di euro, il 26,1% del totale erogato a favore del settore produttivo, stock variato del -3,1% tra giugno 2011 e febbraio 2012

Grado di Penetrazione nell’artigianato dei Confidi aderenti a Fedart Fidi: 13% (media nazionale di 39%); i finanziamenti garantiti dai Confidi sono 372 mln di euro

Incidenza dei protesti sul valore aggiunto: 0,2%

Tasso di interesse a breve per le imprese: 4,80%

Rapporto sofferenze/impieghi: 8,4%

Sportelli bancari ogni 1.000 unità locali: 5,5

Burocrazia, giustizia e rapporti con la Pubblica Amministrazione
Si chiude un fallimento mediamente in 3.470 giorni

La burocrazia, rappresentata dai costi per l'espletamento degli adempimenti amministrativi, nel Mezzogiorno costa alle imprese con dipendenti 11.022 euro (media nazionale di 12.647 euro)

Incidenza dipendenti pubblici su popolazione: 7,0%

Tempi medi di pagamento del Servizio Sanitario Nazionale: 308 giorni (media nazionale di 286
giorni)

Quota di comuni che consentono di pagamenti on-line: 8,3% (media nazionale di 13,2%)

Utilities, servizi publici locali, infrastrutture e capitale sociale

Delitti inerenti all’attività d’impresa denunciati: 17,7 ogni 100 unità locali
Quota di comuni che hanno attivato servizi per l'infanzia: 36,9% (media nazionale di 56,8%)

Quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi: 23,9% (media nazionale di 18,8%)

Giovani tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in formazione (Neet): 69.550, il 25,6% dei giovani di questa fascia d’età
La propensione degli imprenditori a cooperare si è espressa con la stipula di 2,4 accordi riguardanti rapporti di natura associativa ogni 1.000 imprese

Il gap con i competitor europei dei prezzi energia elettrica determina un maggior costo per le imprese di 484,7 mln di euro, l’1,64% del valore aggiunto

Indice sintetico di dotazione di infrastrutture: 53,3 (media Italia=100)

Quota di imprese collegate in banda larga: 83,2% (media nazionale di 83,1%)

Concorrenza sleale del sommerso

Lavoro irregolare: 15,1% di irregolari su occupati

Adulti inattivi tra 25-55 anni: 26,7% della popolazione di riferimento. Com

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