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Altra giornata politica da dimenticare per le nefandezze che i partiti continuano a fare senza ritegno e rispetto per gli elettori

Anche oggi, la politica ha scritto un’altra pagina nera sul loro esecrabile comportamento. Mostrando ancora una volta e, nonostante tutto, che loro dell’opinione pubblica non frega nulla e continuano a spartirsi le poltre come prima e peggio di prima. E, per questo, l’antipolitica del “Grillo sparlante” sale e sale fino a travolgerli tutti e, peggio per noi, travolgerà anche la nazione, facendola arrivare a livelli di non democrazia con il populismo e qualunquismo imperante.

Dunque si è partiti dalle scandalose nomine (che delusione il Pd e il segretario che avevo fino ad ora predicato che la politica doveva stare lontano dalle nomine spartitorie, ma come si è visto, non è stato così ed invece si è continuato come prima e peggio di prima) e poi i Senatori hanno salvato dall’arresto uno di loro: Sergio De Gregorio, sul cui capo pendeva un mandato di arresto ai domiciliari perché ancora una volta implicato in facendo poco chiare, che era stato emesso dalla Procura di Napoli, in merito alla vicenda dei finanziamenti al giornale "L'Avanti!" e vede coinvolto anche Valter Lavitola.

Per il salvare dall’arresto hanno votato 169 senatori, per il si ai domiciliari 109 e 16 si sono astenuti). Quindi una larga maggioranza ha detto ancora No, ribadendo l’intoccabilità della casta.

In un primo momento si era sperato in un diverso pronunciamento, visto che l’orientamento espresso dalla Giunta per le elezioni e l'immunità parlamentari, che non aveva individuato l'esistenza di alcun “fumus persecutionis”.

Il voto si è svolto a scrutinio segreto ma in dichiarazione di voto si sono espressi per la concessione dell'autorizzazione agli arresti domiciliari i Gruppi di Pd, Idv, Lega Nord e Udc (che comunque ha lasciato libertà di coscienza ai suoi membri). E fermamente contrario all’arresto invece il gruppo del Pdl.

Poi le sconcezze politiche si sono trasferite al Nord. E precisamente nell’Aula del consiglio regionale della Lombardia dove è stato sancito che il presidente Formigoni, nonostante tutti gli scandali che lo interessano, resta al suo posto

Infatti, la mozione di sfiducia è stata respinta con 49 voti. A favore della mozione, presentata da Pd, Sel e Idv, hanno votato 28 consiglieri regionali. Anche la Lega, forse per paura di perdere quasi subito l’unico centro di potere al Nord, pare abbia fatto di tutto per far rimanere al suo posto il discusso presidente Lombardo.

E, senza nessuna remora, ne politica ne morale, i consiglieri dell’attuale maggioranza, subito dopo il voto, sono esplosi in un fragoroso applauso, forse per lo scampato pericolo di trovarsi prima del tempo senza stipendio e senza vitalizio, suscitando le vivace critiche del consigliere del Pd Mirabelli. Proteste a cui il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Gibelli ha reagito vivacemente con altri della maggioranza, tanto che è stato necessario riportare l'ordine in aula