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Politiche sociali, Sardegna prima regione del sud su piano infanzia.

Sulle politiche sociali, in particolare per quelle a favore dell’infanzia, la Regione Sardegna risulta l’unica in tutto il Mezzogiorno ad aver superato gli obiettivi fissati e ora è necessario che lo Stato sblocchi i 45,4 milioni di euro previsti come premialità. Assieme a questo, occorre la revisione del Patto di stabilità sul sociale che possa consentire alla Sardegna di spendere i 100 milioni di fondi propri. Sono le principali richieste che l’assessore regionale della Sanità e Politiche sociali, Simona De Francisci, ha avanzato nell’incontro di oggi pomeriggio, a Villa Devoto a Cagliari, con il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Al tavolo hanno partecipato anche amministratori locali e operatori pubblici, privati e cooperative attivi nell’infanzia e nella terza età, che hanno esposto al ministro le criticità del settore e auspicato un potenziamento dei servizi per il sociale e per la famiglia in generale.

Illustrando al ministro le azioni a favore di famiglie e del sociale, in particolare le misure del Piano regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, l’assessore ha sottolineato come il 36,9 per cento dei Comuni sardi (sul 35 per cento richiesto, ovvero 140 amministrazioni) abbia attivato servizi per i bambini e come il 13,2 per cento (sul 12% richiesto) dei piccoli (da 0 a 3 anni) abbia fruito di servizi specifici.

“Sono numeri che collocano la Sardegna in testa tra le Regioni del Meridione che hanno centrato e superato gli obiettivi del Piano – ha detto l’assessore - e che le assegnano una premialità di oltre 45 milioni. Oltre a questo, chiediamo al ministro Barca che sostenga la nostra battaglia per la revisione del Patto di stabilità sul settore del sociale, passaggio fondamentale per poter sbloccare la spesa di fondi regionali disponibili ma oggi fermi dai vincoli di questo strumento di controllo del bilancio”. Tra le linee di attuazione del Piano sono previsti contributi in conto capitale ai Comuni per interventi di ristrutturazione o costruzione di nidi e micronidi pubblici e contributi in conto corrente alle amministrazioni locali per l'attivazione di servizi innovativi sperimentali.

Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto anche sul fronte dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi), misura dedicata alle persone con 65 anni e oltre. È al lavoro un tavolo regionale per la definizione degli standard di accreditamento delle strutture, con l’obiettivo di garantire qualità e concorrenza. Per l’Adi la Regione ha stanziato nel 2012 7,5 milioni di euro e anche in questo caso, secondo il Rapporto annuale sugli obiettivi di servizio e il monitoraggio dell’ottobre 2011, hanno rilevato che, a livello regionale, la percentuale di anziani inseriti in Adi rispetto al totale della popolazione anziana (65 anni e oltre) si è innalzata al 3,60% rispetto al 1,30% rilevato nel 2005, evidenziando un incremento positivo per la maggior parte delle Asl sarde. Com