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Sanità penitenziaria: Sdr, dirigenti medici in ferie forzate a Buoncammino

Rischia di avere pesanti ripercussioni sull’organizzazione e l’efficienza dell’intero servizio medico e infermieristico la decisione del Ministero della Giustizia di chiudere il rapporto contrattuale con i dirigenti che operano nella struttura penitenziaria di Cagliari il cui passaggio ufficiale alla Azienda Sanitaria Locale avverrà dal 1° luglio prossimo. Se non ci sarà un immediato chiarimento tra Ministero e Assessorato regionale della Sanità infatti entro il 30 giugno dovranno essere fruite tutte le ferie accumulate. In pratica Buoncammino con 530 detenuti e circa 200 Agenti di Polizia Penitenziaria resterà privo dei tre dirigenti medici e dell’unica infermiera. Lo rivela Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sostenendo che “è necessario un immediato intervento dell’assessore regionale della Sanità per porre rimedio a un provvedimento che rischia di creare il caos e bloccare le istanze dei detenuti per mesi”.

 “Il ruolo dei dirigenti medici e infermieri all’interno di una struttura penitenziaria – sottolinea la presidente di SDR – non riguarda solo gli aspetti strettamente terapeutici ma investe l’organizzazione del lavoro e soprattutto i rapporti con la Magistratura di Sorveglianza e il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria. Si tratta di un compito delicato che non può essere affidato a un medico che pur avendo i titoli non conosce il sistema”.

 “Pensare di mandare in ferie forzate contemporaneamente i dirigenti significa quindi – afferma ancora Caligaris – sguarnire l’Istituto di professionalità indispensabili e non sostituibili. L’auspicio è che un immediato intervento della Regione possa ridimensionare il provvedimento e dilazionare nel tempo i giorni di riposo accumulati. Altrimenti nei prossimi due mesi, peraltro quelli in cui i detenuti soffrono maggiormente per il caldo e per il sovraffollamento, sarà molto difficile che i Medici possano contribuire a compilare le relazioni periodiche sulle condizioni dei cittadini privati della libertà che aspirano ad accedere alle pene alternative”.

 “Nella vicenda della Sanità Penitenziaria, di cui si parla da almeno un anno, resta da chiedersi come mai, solo adesso il Ministero si accorge che ci sono ferie arretrate. E’ poi assurdo che i risparmi dell’amministrazione debbano gravare – conclude Caligaris – sugli utenti finali. In questo caso i detenuti che non hanno alcuna responsabilità sugli effetti di una riforma nata accumulando ritardi e disorganizzazione”.