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Monti: non percorribile la riforma disciplinare del Csm

Stop del Premier Mario Monti alla riforma del sistema disciplinare in vigore al Csm. "Con riferimento ad alcune ipotesi, oggi riprese dal quotidiano la Repubblica, di riforma dell'organismo disciplinare della magistratura ordinaria, si precisa che il presidente del Consiglio aveva già da tempo ritenuto tale iniziativa inopportuna e non percorribile, escludendola conseguentemente dai provvedimenti all'esame del Consiglio dei Ministri"

 E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. "Il presidente del Consiglio - prosegue il comunicato - ha poi pienamente condiviso l'ulteriore parere negativo pervenuto dal ministro della Giustizia, ritenendo impossibile una simile riforma attraverso legge ordinaria anziché costituzionale".

Prendo atto con soddisfazione di quanto emerge dalla nota della presidenza del Consiglio e dal parere espresso dal ministro della Giustizia, secondo cui una riforma che modificasse la composizione dell'organismo disciplinare e che, in particolare, ne riducesse la componente togata, richiederebbe una legge costituzionale", dice il presidente della Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, che aggiunge: "Del resto, il tema della disciplina della responsabilità dei magistrati è strettamente legato all'assetto della magistratura e ogni modifica impone un'attenta valutazione circa la compatibilità con i principi di autonomia e indipendenza della giurisdizione".

Il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti "prende atto con soddisfazione della smentita di Palazzo Chigi circa l'ipotesi di modifica con legge ordinaria della composizione della Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore".

 "Questa precisazione, che fa riferimento - prosegue la nota di Vietti - ad una bocciatura risalente, confortata dal parere negativo espresso a suo tempo dal ministro della Giustizia, sgombra il campo da pretestuosi elementi di turbativa nei rapporti istituzionali che vedono in questo momento il Consiglio impegnato a sostenere lo sforzo di ammodernamento del sistema giudiziario".

 "Il tema disciplinare - dice ancora il vicepresidente dell'organo di autogoverno delle toghe - è da tempo al centro di un ampio dibattito che non esclude ulteriori interventi riformatori, ma nel contesto di provvedimenti organici, ampiamente condivisi e con soluzioni compatibili con i principi di autonomia e indipendenza della magistratura. Peraltro - conclude Vietti - il presidente della Repubblica ha recentemente dato atto che il lavoro della Sezione Disciplinare di questa consiliatura è caratterizzato da prontezza e accresciuta severità, che smentiscono frettolosi giudizi sul suo operato".