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Ecco la riforma epocale di Berlusconi: presidenzialismo alla francese.

Ieri, in modo anche serio, però si faceva fatica a resistere alla tentazione di scoppiare in una fragorosa e coinvolgente risata, il padrone del Pdl ed il suo segretario particolare Alfano, hanno detto, pensando di dire cose serie e nuove (appunto la tanto annunciata proposta epocale) quanto segue: "Era nostro dovere approfittare della possibilità di un governo tecnico che continuasse il lavoro che avevamo iniziato anche rispondendo alle richieste dell'Ue, per fare incontrare maggioranza ed opposizione ad un tavolo e fare le riforme". Così nella sala Koch del Senato Silvio Berlusconi ha risposto all' "esigenza maturata in noi poco a poco circa l'architettura istituzionale del Paese" nella conferenza stampa con il segretario del Pdl Angelino Alfano.

"Solo il governo tecnico poteva consentire un tavolo per arrivare in tempi rapidi alla riforma dell'architettura istituzionale del Paese. La situazione attuale rende difficilmente governabile il Paese. I padri costituenti consegnarono al Governo solo uno strumento per incidere nella realtà il disegno di legge. (...) Strumento che se non piace a una certa parte politica, la magistratura di sinistra lo fa impugnare ad un pm che lo porta dinanzi alla Corte Costituzionale che lo abroga: in questi anni questi interventi sono stati 241 contro 5 negli USA".

Berlusconi ha riconosciuto la 'buona ragionevolezza dell'opposizione nell'esaminare i contenuti delle riforme istituzionali: "Il premier ha la possibilità di nominare e revocare i ministri; il Parlamento approva le leggi con un solo ramo".
Poi, dopo le elezioni in Grecia e in Francia, "ci siamo domandati se vogliamo essere Parigi o Atene, ingovernabile. (...)".

C'è "il desiderio di approfondire quello che da 30 anni si è portato sui tavoli della riforma costituzionale e cioè la possibilità che i cittadini a decidere il presidente della Repubblica".

A favore dell'iniziativa di riforma dell'architettura dello Stato, tre fattori: "La prossimità di fine legislatura; la scadenza del mandato del presidente della Repubblica; in Senato si discutono le riforme costituzionali", ha spiegato Berlusconi.

"Come dice il presidente della Repubblica... volevo dire il presidente Berlusconi", ha detto, correggendo il lapsus, il segretario dal Pdl, Angelino Alfano nel corso della conferenza stampa. Berlusconi  ha poi precisato che sulla sua eventuale candidatura al Quirinale "faro quello che mi chiederà il partito".

"I nostri senatori proporranno in aula l'elezione diretta del presidente della
Repubblica. Premesso che presidenzialismo e federalismo possono andare di pari passo, vogliamo chiedere a tutte le forze politiche di imprimere questa svolta sul modello francese", ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano.
"Siamo così determinati da essere pronti a discutere della riforma elettorale degli altri schieramenti politici". "L'Italia ha bisogno di modernizzarsi e noi siamo qui per questo: Occorre fondare la Terza Repubblica che non può somigliare alla Prima che ha la strada sbarrata dalla storia, e deve mettere in sicurezza le conquiste fatte nella Seconda che consistono nel rapporto diretto tra i cittadini e il presidente del consiglio. Ora bisogna restituire ai cittadini il diritto di scegliere i parlamentari superando i bizantinismi".

Serve "una grande alleanza liberale e moderata, un'alleanza per uscire dalla crisi, un'alleanza per un futuro più prospero", ha detto Alfano, nel corso della conferenza stampa al Senato. "Siamo disponibili a concorrere ed a organizzare primarie aperte per la premiership e di programma".

Per ottenere il presidenzialismo, ha detto Alfano, il Pdl è disposto "ad ascoltare le proposte che ci verranno formulate" in materia di legge elettorale. "Il presidenzialismo è la cosa più importante", ha ripetuto Alfano sollecitato sul sì del Pdl al doppio turno alla francese. "Siamo a disposizione", ha detto Berlusconi. "Se gli amici dell'opposizione accetteranno questa architettura istituzionale noi saremo disponibili a seguirli anche sulle loro eventuali proposte di riforma elettorale".