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Vertice di Bruxelles: prima il voto greco, poi i Project Bond. Ma ancora non c’è nulla di certo. Quindi deciso di non decidere.

"Abbiamo discusso la situazione politica ed economica della Grecia. Vogliamo che la Grecia resti nell'area euro rispettando i suoi impegni. Siamo pienamente consapevoli dei significativi sforzi già fatti dai cittadini greci". È quanto si legge nella nota emessa al termine del vertice informale dei leader Ue riuniti ieri a Bruxelles.

"La zona euro ha mostrato solidarietà notevole, avendo già elargito insieme con il Fmi circa 150 miliardi di euro a sostegno della Grecia dal 2010. Assicureremo che i fondi e strumenti strutturali siano mobilitati per portare la Grecia su una via verso la crescita e la creazione di lavoro", prosegue la dichiarazione. "Continuare le vitali riforme per ristabilire la sostenibilità del debito, favorire gli investimenti privati e rinforzare le sue istituzioni è la migliore garanzia per un futuro più prospero nell'area euro. Ci aspettiamo che dopo le elezioni, il nuovo governo greco faccia quella scelta".

A Bruxelles è emerso chiaramente come la sintonia Berlino-Parigi sia stata consegnata ai libri di storia. Il nuovo presidente francese Hollande gioca di sponda con Italia e Spagna ridisegnando gli equilibri e gli scenari politici dell'Ue.

Il summit di Bruxelles è infatti iniziato con un incontro bilaterale all`Eliseo tra il leader francese e il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy. Il primo, socialista, e il secondo, conservatore, hanno cercato un`inedita alleanza in chiave anti-tedesca trovando un patto per la crescita e la necessità di garantire agli stati la liquidità per uscire dalla crisi. Non solo: tra Parigi e Madrid c'è intesa anche sulla riforma della Banca centrale europea: Rajoy la vorrebbe "più simile alla Fed", Hollande ne vorrebbe un ampliamento dello statuto. Poi nella capitale belga sempre Hollande, prima nel corso di un bilaterale e poi nel corso della cena di lavoro, ha trovato una "convergenza" con il presidente del Consiglio, Mario Monti.

I leader dell'Ue al vertice di Bruxelles hanno affrontato il tema degli eurobond, secondo cui tutti i Paesi euro partecipanti potrebbero prendere in prestito fondi allo stesso tasso di interesse, sostanzialmente facendo scendere quelli dei Paesi più indebitati. Il presidente francese Frantois Hollande li ha appoggiati, affermando siano un modo importante di assicurare che una crisi delle dimensioni di quella attuale non si verifichi più, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel vi si oppone duramente.

Teme infatti che adottare gli eurobond ridurrebbe la pressione sui governi fortemente indebitati nel risanare le proprie finanze e costringerebbe la Germania a indebitarsi a tassi maggiori. Le posizioni, già note prima del vertice di ieri, sono state nuovamente ribadite dai due leader.

 Ci vorrà tempo ma ci si può arrivare, lascia intendere il presidente del Consiglio, Mario Monti, quando a fine vertice elenca le priorità su cui si lavorerà di qui a fine giugno. Le decisioni sul fronte della crescita che verranno prese a " breve termine, con il Consiglio Ue di giugno, sono l'aumento del capitale della Bei, i project bond e l'uso dei fondi strutturali".

Politiche per la crescita, investimenti mirati e credito alle piccole e medie imprese, creazione di posti di lavoro i tre imperativi categorici su cui tutti i leader si sono detti d`accordo. Da oggi si lavorerà per portare proposto concrete da approvare a giugno nella riunione del Consiglio europeo del 28 e 29.

A quell`appuntamento si potrebbe arrivare con altre novità: Monti è infatti riuscito a organizzare un incontro quadri laterale a Roma con Mariano Rajoy, Francois Hollande e Angela Merkel. Non ha fornito ancora date, ma si dovrebbe tenere dopo le elezioni greche e prima del Consiglio Ue.