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Il cancelliere Merkel al Bundestag: la crescita che non c’è: no agli eurobond e a nuovi debiti

"Una crescita basata sui debiti ci riporterebbe all'inizio della crisi". Hollande è avvisato, la Germania non intende rinnegare la cura del rigore imposta ai Paesi spendaccioni alle prese con asterity e disoccupazione e una recessione che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi.

"Il freno ai debiti e la crescita sono i due pilastri" della strategia contro la crisi europea, ha detto il cancelliere al Parlamento, dove la Spd, ora che c'è un socialista all'Eliseo, rialzano la testa. Sullo ZeitSigmar Gabriel descrive l'attenzione della Merkel per 'la quadra' dei conti come l'ossessione che ha aumentato il caos in Grecia e i pericoli di una eventuale rottura dell'euro

Appena ieri la Germania aveva dato un giro al rubinetto degli aiuti ad Atene, con la decisione europea di versare la somma necessaria a far fronte agli impegni finanziari della Grecia più imminenti (3,3 miliardi di bond da rifinanziare il 18 maggio) ma non quella per le spese correnti del mese prossimo. Tanto per chiarire ai greci in cerca di governi di unità nazionale che rimettano in discussione gli accordi con l'Europa che a rischio sono gli stipendi pubblici di giugno.

Ma il messaggio della Merkel non è solo ad Atene o alle forze politiche tedesche ma anche ai leader e ai cittadini degli altri Paesi europei, quelli che, stando alle previsioni, non cresceranno né ora né nei prossimi mesi: bisogna accettare che "la crisi non si supera in un colpo", dice il cancelliere.

Quello che abbiamo intrapreso è "lungo, faticoso processo" per arrivare ad una soluzione della crisi nella zona Euro. E se qualcuno invoca soluzioni che inevitabilmente comporterebbero altre spese per il contrubuente tedesco, sappia che "non ci sono strumenti miracolosi contro la crisi: gli eurobond non sono sostenibili". Niente da fare, allora, per Monti e Hollande? Non proprio, perché dietro le quinte ormai anche esponenti della Cdu ammettono che già nei prossimi incontri a livello europeo qualcosa alle richieste dei partner Merkel è pronta a concedere. Purché non si esageri e ai mercati non arrivi l'impressione di un'Europa che torna alla spesa pubblica allegra e fuori controllo.