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Referendum, Palomba (Idv): il voto dei sardi è un’intimazione di sfratto a un consiglio regionale che non ha fatto le riforme anti casta

«L’esito referendario è un’intimazione di sfratto alla classe politica sarda di maggioranza, che avrebbe potuto e dovuto fare le riforme antisprechi ed anticasta e non le ha fatte. Essa vale ancora di più per il Consiglio regionale: pletorico e costosissimo, non ha fatto le riforme necessarie, facendo spendere un sacco di soldi per un referendum sostitutivo della sua inerzia ed incapacità. Perciò se la maggioranza esalta il risultato referendario fa semplicemente una confessione stragiudiziale di incapacità, il rimedio alla quale sono le dimissioni». Lo afferma il segretario regionale dell'Italia dei Valori Federico Palomba.

«Un partito referendario come Italia dei Valori ha dato indicazione di voto e ha contribuito in misura rilevante al risultato. Tanto più che i quesiti replicavano battaglie storiche di Idv: per primi da più di un anno abbiamo infatti proposto la soppressione di tutte le province come ente; sempre per primi abbiamo proposto il drastico taglio degli emolumenti ai politici di ogni livello, così come l’eliminazione dei troppi consigli di amministrazione di enti e società partecipate. Attendiamo il Consiglio regionale alla prova dei fatti dell’attuazione delle indicazioni del referendum sui tagli dei propri emolumenti e sulla cancellazione degli enti o almeno dei cda, disboscando il sistema clientelare - afferma il deputato dipietrista -.

Soprattutto l'assemblea dovrà finalmente prendere una decisione affrontando le questioni poste da oltre 20mila firme raccolte da Italia dei Valori per un robusto taglio che vale 80 milioni da devolvere per l’occupazione giovanile. Infine attendiamo il Consiglio regionale alla prova-verità sulle province. Avevamo avvertito delle difficoltà insite in una riforma parziale, che avrebbe creato gravi problemi di disciplina intertemporale. Si tratta di riforme che devono essere fatte con legge, organica e complessiva: quella che un Consiglio regionale neghittoso non ha saputo o voluto fare prima, e che si trova costretto a fare ora dopo il referendum. Lo saprà fare? Ne dubitiamo, considerato che tiene in piedi una provincia di Cagliari con governo di non eletti a fronte di province di eletti mandate a casa.

È chiara la complessiva indicazione sarda di soppressione di tutte le province: di quelle nuove, con i quesiti da 1 a 4; ma anche di quelle storiche, con il quesito consultivo n. 5. Quella indicazione va colta unitariamente. Essa ora da nuova attualità alla battaglia che Italia dei Valori sta facendo nel Parlamento nazionale dopo le quasi 500mila firme raccolte a sostegno della soppressione di tutte le province». Com-red

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