Una nuova interessante prospettiva terapeutica e riabilitativaper la Sclerosi Laterale Amiotrofica sarà presentata oggi a Milano, durante laseconda giornata del XII Congresso Nazionale della S.I.R.N., la SocietàItaliana di Riabilitazione Neurologica. Il Congresso, 1200 iscritti, ha comefilo conduttore il tema Ricerca e Governance. Intervengono 332 espertiattraverso relazioni, comunicazioni orali e poster, per illustrare i risultatidi studi interessantissimi sullo stato dell'arte riabilitativo e terapeutico dipatologie gravemente invalidanti.
La nuova speranza nella cura della SLA, malattianeuro-degenerativa che colpisce circa un individuo ogni 100mila(prevalentemente uomini di età media o avanzata), e che nel 5% dei casi è ditipo familiare, viene dalla "palmitoiletanolamide" (PEA). Si tratta di un compostoendogeno a effetto cannabinergico con proprietà antinfiammatorie, scoperto annifa da scienziati italiani del gruppo che annoverava, tra gli altri, il PremioNobel Rita Levi Montalcini.
Autrice della scoperta è la Dottoressa Simonetta Clemente,Specialista della Riabilitazione che dirige il Centro di Riabilitazione diMacomer dell'ASL di Nuoro, coadiuvata da un team di professionisti in cui ledonne la fanno da padrone: Anna Carmela Pireddu, fisiatra, GiantonellaPuggioni, medico internista, e i fisioterapisti Roberta Erdas, Bastiano Mastinue Silvana Rossi.
Lo studio sarà presentato nella sessione Poster, che bene siadatta a rappresentare i risultati ottenuti attraverso le numerose esignificative immagini fotografiche.
Da novembre dell'anno scorso 2 pazienti affetti da SLA (uncaso nella forma sporadica e un altro nella forma ereditaria), diagnosticatacon certezza presso strutture universitarie di prestigio, sono stati sottopostia somministrazione di PEA. «Il mio obbiettivo – spiega la Dottoressa Clemente – era di migliorare gli effetti dellariabilitazione, che nei malati di SLA è resa del tutto inefficace a causa delladegenerazione dei motoneuroni e della progressiva atrofia muscolare». «Lostudio – prosegue Clemente – ha dimostrato che il PEA determina un immediatoeffetto motorio, bloccando il progredire della patologia, mentre il paziente hauna soggettiva percezione di miglioramento e riesce a fare cose che prima glierano precluse. Tale effetto consente di attuare un progetto riabilitativo che,in tempi brevi, determina il recupero funzionale, accompagnato dalla ricomparsadei muscoli. Naturalmente due casi sono pochi.
Mi auguro che, dopo ilCongresso, sia possibile iniziare un protocollo di ricerca multicentrico conmalati a diversi stadi di gravità, sperimentando il principio attivoaccompagnato ad una riabilitazione mirata, al fine di guidare lare-innervazione, come avvenuto nei due casi descritti».
Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria di Nuoro,Dottor Antonio Maria Soru, esprime grande soddisfazione per le interessantiprospettive terapeutiche individuate: «Si tratta di un risultato che premiainnanzitutto il lavoro di una stimata professionista dell'Azienda e di tutto ilteam che l'ha coadiuvata nello studio. Ma è anche un ulteriore incentivo aspronare noi tutti a sostenere ancora di più la ricerca e valorizzare le tanteprofessionalità operanti all'interno dell'ASL di Nuoro, per contribuire almiglioramento dell'assistenza e della qualità della vita dei pazienti». Com