Nelle scorse settimane un cittadino privato della libertà,extracomunitario, aveva incendiato una cella del Centro Diagnostico Terapeuticodella struttura di Buoncammino. Un gesto grave che aveva provocatol’evacuazione degli altri pazienti. Era esasperato perché chiedeva di potercontinuare ad assumere la terapia che uno psichiatra gli aveva prescrittofacendolo stare bene e che invece secondo un altro specialista non eraadeguata. R. C. avrebbe lasciato il carcere il prossimo 7 luglio avendoterminato di scontare la pena. Il Dipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria con un provvedimento d’urgenza lo ha trasferito nell’OspedalePsichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino. Nonostante l’ormai imminenteannunciata chiusura, gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari insomma vanno a gonfievele. Lo denuncia in una nota Maria Grazia Caligaris, presidentedell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” richiamando l’attenzione sullanecessità che “i detenuti affetti da disturbi psichici siano consideratiinnanzitutto pazienti e accuditi con particolare sensibilità”.
“Quello dello psichiatra – sottolinea Caligaris – è uncompito molto difficile e complesso in quanto deve lenire il dolore mentalesenza poter vedere l’organo interessato dalla terapia. La situazione è ancorapiù complicata in un ambiente carcerario dove l’individuo ha perso la libertà enon è sempre in grado di contenere le proprie reazioni emotive. Il caso delcittadino extracomunitario deve far riflettere tutti gli operatori del sistemae chiamarli a una condivisione di una situazione altrimenti non gestibile”.
“Non si può in questicasi – conclude la presidente di SDR – tralasciare di considerare il drammaumano di un uomo extracomunitario, lontano dalla famiglia che, in procinto diriacquistare la libertà, pur con un disturbo mentale curabile, è invece statointernato in un OPG con il rischio di non poter più ottenere quello che avevaacquisito come diritto avendo pagato il suo debito con la giustizia”. Com