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Monti: tagli da 4,2 mld, non scongiurato aumento dell’Iva e poi l’affondo contro il Pdl, l’Ici non andava abolita

Mario Monti presenta la sua spending review guardando alpassato e a quegli "errori gravi" di chi "ha schiacciato sullegenerazioni future" il costo di una vita che il paese ha vissuto al disopra delle sue possibilità portandolo ad avere una pressione fiscale darecord.

Il premier veste i panni del risanatore e, accogliendo nelproprio staff il neo Commissario Enrico Bondi, molla forse per la prima voltala cautela del professore prestato alla politica e muove critiche sulle sceltedel passato. E su quelle annunciate per il futuro. 

Dietro alla lavagna finisce subito l'abolizione dell'Ici,cavallo di battaglia del Pdl di Berlusconi, ma anche la 'ricetta' di Alfano chenei giorni scorsi ha proposto che le imprese che hanno crediti con lo Stato nonpaghino le tasse per una cifra equivalente. 

"Se oggi c'è l'Imu - dice infatti il Professore -bisogna accettare l'amara verità che 3 anni fa è stata abolita l'Ici sullaprima casa senza valutare le conseguenze" in una situazione dei conti"precaria". Non solo: "Ho ricordato - aggiunge Monti - come èstato necessario introdurre l'Imu in un contesto molto degradato di finanzapubblica reso ancora più degradato dalla mancanza di crescita che derivavadalla carenza di azioni di politica economica e fino a poco tempo fa dallamancanza di consapevolezza che l'Italia cresceva poco a dispetto di alcuni e unpoco superficiali indicatori di benessere". Insomma, "ci sonoresponsabilità ed errori gravi del passato che sono causa di un peso tributariooggi eccessivo", sentenzia. 

Ma è contro la Lega e la sua giornata di ribellione fiscaleannunciata per domani che il premier appare più duro: 'Voglio esprimere paroledi sdegno per chi ha governato ed intende proporsi al Governo del paese e chenon può giustificare l'evasione fiscale. Non si può istigare a non pagare letasse" scandisce il capo del Governo spiegando che "altri sono i modiin un paese serio per risolvere i problemi". 

Insomma, avverte Monti "se vuole il mondo politico,industriale o sindacale può distruggere in pochi giorni le cose migliori che ilgoverno ha scelto di fare per la salute economica del Paese". Ma a tuttideve essere chiaro che se a queste misure si è arrivati è per via di unapolitica a maglie larghe che certo non ha giovato. "Tutti invocano lariduzione delle tasse. Sembra quasi che il governo si diverta - sbotta ilpremier - ma chi continua a parlare di questo sappia che gli italiani non sonosprovveduti". Ed è "puerile, ancorché fatto di frequente, dire chel'Italia non sbatte i pugni in Europa per una politica di crescita, perché si èvista la scarsa efficienza in passato di politiche più declamatorie". 

Ce n'è ancora per i partiti tutti. Quando a Monti vienechiesto se li ha sentiti sulle scelte del governo per il finanziamento, ilpremier risponde con un "no" secco, che e' tutto un programma. E darivedere pure la Rai, "esempio eclatante di enti e società darivedere", giacche' a Viale Mazzini "la logica della indipendenzadalla politica non è garantita". 

Il 'Monti furioso' ne ha anche abbastanza di sentir dire cheil suo è un governo dei poteri forti. "Qualcuno ne parla, ma se c'è unacosa che i poteri forti non avrebbero gradito" è proprio il divieto diricoprire più incarichi in società dei settori bancario, assicurativo efinanziario. Norma che nelle scorse settimane ha provocato una raffica didimissioni.