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Alfano apre alla Lega ma arriva immediato il no di Maroni.

Roberto Maroni ha ribadito che la sede in cui Lega Norddeciderà le alleanze per il futuro è il congresso federale del 30 giugno-1luglio. Sarà una decisione "autonoma", ha spiegato il triumviro delCarroccio, stamane a Jesolo, respingendo, per ora al mittente, il 'pressing' diAngelino Alfano che ha aperto a un rinnovo dell'alleanza.

L'ex ministro dell'Interno ha poi confermato che, durante iltour elettorale che sta facendo in varie città del Nord, i militanti glichiedono di andare da soli anche alle politiche del 2013.

L'ex ministro dell'Interno giudica positivamente ladecisione presa da alcuni sindaci di "disdire il contratto conEquitalia". Lo ha detto ad un convegno organizzato a Palazzo Marino, allapresenza tra gli altri del presidente designato di Confindustria GiorgioSquinzi e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ha definito"importante" l'iniziativa, che per ora è stata portata avanti daisindaci dei comuni di Morazzone (Varese) e Calalzo di Cadore (Belluno). 

"E' un'iniziativa spontanea, venuta dal basso, se lofacessero tutti sarebbe un segnale forte e chiaro", ha osservato Maroni,ricordando che questa proposta, assieme a quella sull'Imu, verrà presentatanella prossimo raduno leghista, il primo maggio a Zanica, in provincia diBergamo.

Riguardo l'Imu, ha precisato Maroni, l'idea leghista non èquella di "un'obiezione fiscale, facciamo le cose per bene, noi" ma,ha spiegato, "I Comuni tuteleranno i cittadini che non pagheranno l'Imu,diminuirà il gettito delle amministrazioni e troveremo le risorse alternative:sono 3 miliardi di euro da recuperare, non è una cifra impossibile".

Roberto Maroni promette battaglia contro il "fiscal compact",il patto di Bilancio degli Stati membri Ue. "Mi auguro che il parlamentoitaliano non lo ratifichi - ha detto il trimviro leghista parlando al convegno"La Rivoluzione dei produttori" - Faremo una battagliastraordinaria" contro un accordo "scellerato, anzi "un soprusodell'Europa nei confronti degli Stati membri" a cui "bisogna dire dino".

Secondo l'ex ministro dell'interno, l'accordo comporta la"cancellazione della capacità di gestione delle risorse da parte degliStati membri. E la sovranità popolare dove finisce?", ha chiestoretoricamente Maroni. Ecco perché, ha osservato, per quanto "sefossi francese non voterei Francois Hollande, devo dire che condivido la suaopinione negativa sul Fiscal compact".