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Decreto Liberalizzazioni, le novità per le imprese agroalimentari: cosa cambia per chi produce alimentari, cosa cambia per chi li commercializza

Il cosiddetto “decreto Liberalizzazioni” introduceimportanti novità anche per la regolamentazione dei rapporti tra imprese delsettore alimentare. L’articolo 62 che entrerà in vigore tra qualche meseinfatti - pur licenziato con l’obiettivo di limitare il potere dei grandigruppi della distribuzione a tutela delle piccole imprese - impone stringentiregole per tutti gli attori della filiera alimentare. Per questo motivo, ildecreto fa pensare più a una maxi-regolamentazione che a una liberalizzazionevera e propria, con il rischio che gli obblighi introdotti creino unicamenteinutili adempimenti nella contrattazione tra aziende del settore. Per farequalche esempio, la forma scritta del contratto diverrà obbligatoria e i tempidi pagamento saranno prefissati in 30 e 60 giorni a seconda del tipo diprodotto. Questi e altri diktat previsti dal decreto sono destinati a cambiareprofondamente i rapporti interni alla catena alimentare con conseguenze chepotrebbero essere pesantissime per le aziende più piccole, senza tuttaviariuscire a limitare lo strapotere dei grandi gruppi della distribuzione.

Si parlerà anche di questi temi nel corso del convegnoorganizzato dalla CNA Alimentare giovedì 26 aprile al T-hotel di Cagliari(inizio alle ore 15.30). Dopo una breve introduzione di Michele Peano,presidente CNA Alimentare Sardegna, interverranno Romeo Zanda, esperto diEconomia e strategia aziendale già professore ordinario della materia nellafacoltà di Economia, Università degli Studi di Cagliari; Francesco Foddis,consulente di direzione della Cooperativa Allevatrici Sarde e Pier PaoloPalmas, presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo ISA SpA.

Seguirà il dibattito al quale parteciperanno imprenditoridel settore e del mondo istituzionale. Com