Nella LegaNord scoppia la 'guerra dei dossier'. L'ex tesoriere Francesco Belsito avrebbemesso in atto una "attività di spionaggio" per "screditare"Roberto Maroni. L'ex ministro conferma l'esistenza del dossier ("io l'hovisto", ammette), sottolinea di non aver nulla da nascondere("e" ridicolo") e passa immediatamente al contrattacco con unarivelazione bomba: "Sembra che il dossier sia stato pagato con i soldidella Lega", afferma.
E' il via,di fatto, ad una contro-indagine interna per scoprire "se qualcuno sapevao era consenziente". Intanto, proprio Maroni illustra la proposta leghistadi riforma del sistema di finanziamento dei partiti. Invita a fare "unsalto qualitativo e culturale" con la rinuncia totale ai finanziamenti. Iltriumviro del Carroccio si dice favorevole ad "un modello americano,seppur rivisto", nel quale "i partiti si devono autofinanziare,reperendo le risorse sul territorio, tra la gente".
Ma è ilcaso dei dossier a tener alta la tensione. L'accusa dell'ex responsabile delViminale è pesantissima e appare rivolta ai 'nemici' del Cerchio Magico che,però, non cita mai. D'altronde, lo stesso Belsito sottolinea che una certaattività investigativa nei confronti del leader dei 'Barbari sognanti' agennaio l'aveva avviata per - spiega a Panorama - "fare un po' di ricerchesu quelli che sostengono di essere trasparenti, puliti e corretti" perché"presto - minaccia - ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità".
La procuradi Milano lascia trapelare che allo stato, tra le carte esaminate dagliinvestigatori che indagano sulle distrazioni dei fondi della Lega, non risultaalcun presunto dossier di Belsito. Tra gli 'spiati' - si vocifera in ambientidel Carroccio - potrebbero esserci anche alcuni deputati maroniani. Le indagininon spaventano Maroni.
"E'incredibile che l'ex ministro dell'Interno sia stato oggetto di attività didossieraggio - afferma il triumviro lumbard - Il dossier contiene cose inventatee inverosimili. Si è 'scoperto' che avevo una grande barca a Portorose, inSlovenia; invece era Portorosa di fronte alle Eolie, dove qualche anno fa avevouna piccola barca". "Sono stato accusato io di fare dossier ecomplotti ma invece emerge che e' il contrario", chiosa. Il leaderleghista evita di rispondere a chi gli chiede se Umberto Bossi fosse stato aconoscenza del dossier; Belsito rivela invece che con il Capo aveva parlato:"Gli ho detto che mi sentivo accerchiato e che stavo cercando di capirealcune cose su Maroni - rivela - Se mi ha scoraggiato? In realtà non mi hadetto niente".
Comunquesiano andate le cose, certamente nei prossimi giorni se ne saprà di più, ilcaso dei dossier in salsa leghista apre un nuovo squarcio all'interno delCarroccio, già dilaniato da una 'guerra civile interna' che contrapponemaroniani e cerchisti. Intanto, Rosy Mauro conferma che non farà alcun passoinidetro, non si dimetterà da vicepresidente del Senato.
Il senatoreed ex vice-capogruppo Lorenzo Bodega conferma invece le sue dimissioni dalgruppo leghista al Senato in polemica con la decisione di espellere proprioRosy Mauro: "Non prevalgano il rancore e la mancanza di riguardo. Lasituazione è precipitata e io non posso assistere alla giustizia sommariaesercitata contro il nostro leader indiscusso", dice. un sostegno a Bodegaarriva dal deputato ligure Giacomo Chiappori: "Capisco cosa lo ha spinto -dice - ma non ne condivido la scelta perché la Lega è ancora casa nostra. Egente come noi la può ancora difendere, ma solo dall'interno, come io farò".
Maroni'glissa' la domanda dei cronisti sulla decisione del senatore Bodega ma nonresiste alla tentazione di ironizzare: "Le dimissioni di Bodega? Bodega,Bodega.. Boh", scherza fingendo di non ricordare il nome del senatore.Sullo sfondo resta il congresso federale di fine giugno: si preannuncia unregolamento di conti. E la guerra dei dossier potrebbe essere solo il primocolpo di scena.