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Mario Diana (Pdl) – Borghezio, perché invece della Sardegna non vendere il dio Po?

“Quando ho deciso di dedicare il mio impegno alla politica,l’ho fatto pensando di potermi occupare di cose, se non indispensabili,quantomeno utili per la vita dei cittadini. Questo, ovviamente, non dovrebbecontemplare l’avere a che fare con le fantasiose uscite di tale MarioBorghezio, di professione – parrebbe – parlamentare europeo”, dichiara ilcapogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Mario Diana,replicando a quanto affermato oggi dall’europarlamentare della Lega Norddurante la trasmissione KlausCondicio.

 “Il pittorescopersonaggio si è lanciato in un’altra delle sue estrose proposte: vendere laSardegna, insieme alla Sicilia e alla Campania, per risanare il bilancio stataledisastrato”, prosegue Diana. “Al netto della legittima curiosità di sapere seBorghezio, insieme alla Sardegna, intenda vendere anche i Sardi e con qualedestinazione d’uso, viene istintivo replicare alla sua trovata proponendoun’alternativa non certo più peregrina: perché, invece, non vendere il Po?Sebbene sia comprensibile lo sconcerto che, nell’immediato, possono provare ileghisti davanti alla proposta di privarsi del fiume che venerano comeun’improbabile – e certamente inconsapevole – divinità, la proposta sarebbeassai più facilmente praticabile rispetto a quella avanzata da Borghezio eoltretutto non presenterebbe la controindicazione di privare le casse statalidelle entrate fiscali generosamente elargite dai diversi milioni di cittadini italianiresidenti in Sicilia, in Campania e in Sardegna”

 “Con la cessione delfiume ai privati, lo Stato potrebbe ripianare gli ingenti debiti che ha neiconfronti della Sardegna”, conclude il capogruppo, “che richiedono di essereonorati senza ulteriori indugi perché conseguenza di un dettato costituzionaleche non si può pensare di piegare alle esigenze di cassa: fino a provacontraria, checché ne dica Borghezio, la Sardegna fa ancora parte dellaRepubblica italiana ed i suoi sacrosanti diritti devono essere riconosciutifino in fondo. Anche a costo di rinunciare al dio Po”.