Dopo il padre lascia anche il figlio di Bossi, Renzo,che dovrebbe dimettersi dalla carica di consigliere regionale della Lombardia avuta in regalo dalpadre in nome della Lega a soli 21 anni. Infatti, il pargolo leghista ha detto:«Mi dimetto».
L'annuncio lo ha dato lo stesso Renzo Bossi oggi dopo alcune giorni di silenzio,durante un'intervista al Tgcom 24 di voler lasciare la poltrona di consigliereregionale in Lombardia.
«Lascio senza chenessuno me l'abbia chiesto, faccio un passo indietro in questo momento didifficoltà, dò l'esempio», ha detto ancora Bossi jr. Poi: «Sono sereno e hofiducia nella magistratura - aggiunge -, anche se non sono indagato». «È giustoe opportuno farsi da parte, sono sereno e so benissimo cosa ho fatto», haconcluso. Per quanto riguarda le dimissioni da segretario di Umberto, il Trota(questo il soprannome affibbiatogli nel 2008 dal padre) : «È stata una sceltadifficile fatta per salvare il movimento e dare alle domande che tutti sipongono, le risposte che nel giro di poco tempo si avranno». La notizia arrivadopo la tempesta che ha travolto via Bellerio e le indagini sull'utilizzo perfini personali dei finanziamenti pubblici ai partiti.
Renzo è nato a Varese nel 1988 ed è stato coinvoltonelle vicende della Lega fin dagli albori. Molto spesso a fianco del padresoprattutto dopo la malattia che lo colpì Umberto nel 2005. A gennaio 2009 èstato nominato membro dell'Osservatorio della Lega Nord sulla trasparenza el'efficacia del sistema fieristico lombardo, nomina che ha attirato non pocheaccuse di nepotismo. Alle elezioni regionali lombarde del 2010 è statocandidato dalla Lega Nord nel collegio provinciale di Brescia. La candidatura,ad appena 22 anni e senza che la sua travagliata carriera scolastica lasciassepresumere una specifica preparazione politica, suscitò critiche per quello cheappariva come un palese esempio di nepotismo, in contrasto con le posizioniprecedentemente adottate dalla Lega. Renzo Bossi fu comunque eletto consigliereregionale con 12.893 preferenze, sarcasticamente attribuite da alcuni criticiai "voti dei compagni di classe". Celebri anche le sue gaffe:nell'agosto 2009 si iscrisse al profilo di Facebook della Lega Nord Mirano, incui compariva un manifesto autoprodotto con lo slogan "legittimo torturarei clandestini". Successivamente fu oggetto di dure critiche per averpubblicato sulla rete sociale Facebook un gioco, Rimbalza il clandestino, ilcui scopo era allontanare dalle coste dell'Italia vari gommoni di immigrati.