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Lavori del Consiglio regionale Sardegna, Mozioni e interpellanze in materia sanitaria

Dopo Locci il presidente Cossa ha dato la parola all’assessore Nicola Rassu che ha chiesto il rinvio della discussione di una mozione e di una interpellanza delle opposizioni sul confronto della Regione con lo Stato in materia di servitù militari e di riqualificazione dei territori. La richiesta dell’on. Rassu è stata motivata a causa degli impegni a Roma del presidente Cappellacci.

Sulla richiesta è intervenuto il capogruppo del Pd, on. Gianpaolo Diana (Pd) e ha detto: “Prendo atto che il presidente Cappellacci cerca in ogni modo di evitare il tema e di ignorare l’Aula. Ci dica il presidente del Consiglio quando potrà essere fissata la discussione di questa mozione”.
Sul tema ha preso la parola anche Dessì (Psd’Az), che ha chiesto che “si discuta al più presto del tema delle servitù militari e non ogni cinque anni. Il tavolo con le comunità locali e il monitoraggio sul pagamento degli indennizzi deve essere permanente”.

E’ poi ripreso il dibattito sul tema sanitario con l’intervento di Vargiu (Riformatori): “Il Pil che va nella Sanità italiana supera l’undici per cento e nei prossimi trent’anni questa percentuale raggiungerà il 14 per cento ma solo la metà potrà essere a carico del pubblico. Vuol dire che la metà del costo sanitario dovrà essere pagata dai cittadini. E vediamo la situazione sarda: il ministero dice che nel 2012 dovremmo spendere 2914 milioni di euro e invece spendiamo circa 300 milioni di euro in più. Spendiamo di più perché abbiamo una sanità straordinaria? Io non do risposta, vedete voi. E’ davvero necessario spendere 300 milioni in più? Vedete voi. Noi siamo la regione che ha il maggior numero di posti letto per acuto e il minore per lungodegenti. Siamo la regione che ha la spesa farmaceutica più alta d’Italia e 900 medici in più rispetto ai parametri ministeriali. Dobbiamo smetterla di ragionare sulla Sanità in termini politici e iniziare a discuterne in termini tecnici, con i numeri. Questo Consiglio non farà mai niente fino a quando ci sarà qualcuno che remerà contro chi vuol fare qualcosa”.

Ha preso poi la parola a Carlo Sanjust (Pdl), che ha detto: “Chiedemmo a suo tempo all’assessore Dirindin che ci indicasse con attenzione le risorse per attuare il piano sanitario regionale. Che, infatti, è un piano gravemente omissivo. Quel Piano è un libro di sogni, non realizzabile. Con questo non voglio giustificare l’incremento della spesa sanitaria ma spiegare cosa sta accadendo sul fronte dei costi sanitari. Quando si chiuderanno, a fine marzo, i bilanci delle aziende sanitarie, vedremo che la spesa farmaceutica 2011 è calata del cinque per cento, in assoluta controtendenza rispetto al dato italiano. E questo sarà merito della nostra giunta e soprattutto del nostro assessore. Lasciamoci alle spalle le critiche ingiuste”.

Per Elio Corda (Pd) l’obiettivo di questa discussione “è analizzare i problemi della Sanità sarda e questo è merito dell’on. Barracciu. La responsabilità nella divergenza dei numeri non è tutta imputabile ai direttori generali ma anche alla politica e ai suoi condizionamenti, come nel caso delle assunzioni interinali che sono un simbolo del metodo clientelare della pubblica amministrazione. C’è l’impegno dell’opposizione a sostenervi nelle giuste iniziative e lo abbiamo dimostrato ma voi dovete lavorare per un sanità efficiente”.

Quindi ha preso la parola Nanni Campus (Pdl): “L’argomento meriterebbe una maggiore attenzione dell’Aula, che poco sta partecipando. Nessuno si stupisca se condivido alcune riflessioni delle mozioni che stiamo discutendo perché stiamo spendendo di più ma nessuno riconosce che stiamo spendendo meglio. C’è da smantellare una rete di simulacri di assistenza però se si toccano si vanno a toccare posti di lavoro e centri di potere locale”.

Per Roberto Capelli (Api) “per la prima volta in tre anni questa mozione meritoria ci costringe a portare il tema della Sanità in Aula. Stiamo parlando del servizio primario ai cittadini ma in questo settore riscontriamo quanto la politica incida sulla Sanità. E’ chiaro che l’assessore De Francisci non finirà questa legislatura come assessore alla Sanità a meno che non prenda il toro per le corna. I bilanci dicono che i privati nella Sanità sono floridi: perché non decolla la Sanità pubblica? Ci sono regioni virtuose come la Lombardia, anche se la sanità lombarda ha cercato di venire qui e noi le abbiamo dato 250 posti letto, per don Verzè, e poi abbiamo visto com’è andata a finire”.

Per Dedoni (Riformatori) “non è la politica che deve stare fuori dalla sanità ma i partiti. Da qualunque parte, sinistra e destra e anche centro, le Asl sono centri di potere e di interesse. Bisogna riprendere a tenere la schiena dritta, tutti. Dobbiamo avere il coraggio di una riforma radicale della Sanità sarda perché sappiamo la sofferenza che c’è fuori da qua”.
L’on. Uras (Sel) ha premesso che “dopo l’intervento di opposizione dura di Dedoni è utile un intervento di merito che spetta anche all’opposizione. Abbiamo anche noi l’onere del contributo. Ecco, dovremmo iniziare a parlare di politiche della salute invece che di politiche sanitarie. E dunque parlare di prevenzione e decidere azioni sulla prevenzione. Perché noi non abbiamo una politica per la salute? Noi abbiamo in mente non la popolazione da curare ma chi la cura. Non come far stare bene i sardi ma come intervenire quando stanno male. E non è un limite solo di questa regione ma di tutto il Paese, perché attorno alla Sanità si intrecciano gli interessi, non sempre trasparenti, sul denaro pubblico. Ecco perché non parteciperò alla firma di un ordine del giorno unitario su questo tema. La pazienza ha un limite e prima o poi finisce”.

Al termine della seduta ha preso la parola l’assessore Oppi (Udc), che ha detto: “Le responsabilità sono di tutti, di ieri e di oggi. Potrei citare tanti esempi ma non serve. Da anni dico che non si possono sceglierei i primari a indi sindacabile giudizio del direttore generale perché spesso in questo modo scegliamo gli asini. Sugli interinali facciamo il concorso per gli infermieri professionali, molti sono stranieri e non sanno nemmeno parlare l’italiano. E quando facciamo i concorsi, diamo la possibilità a molti sardi di tornare a casa a fare gli infermieri. Dobbiamo fare scelte precise e anche in commissione Sanità bisogna volare, inutile che si dica che bisogna fare in fretta per le case della salute perché siamo arrivati a marzo e i contributi scadevano a dicembre. Ci vogliamo svegliare? Siamo stati troppo blandi e generosi in troppe circostanze. Parliamo di deficit? Il picco è stato nel 2005, con 328 milioni di euro di deficit. E chi c’era al governo? Non il centrodestra. Secondo i miei conti il deficit netto del 2011 è 150 milioni netti, non 300. La Asl 8 ha zero operatori sociosanitari: facciamo i concorsi. Ma riduciamo i corsi se vediamo che stiamo formando futuri disoccupati”.

La presidente Lombardo ha dichiarato chiusi i lavori, che riprenderanno alle 16.30 mentre per le 15.30 è convocata la riunione dei capigruppo. Com