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Il San Francesco nella “rete del sollievo”: La radio oncologia del nosocomio nuorese prima in Sardegna nell’attivare il percorso dedicato ai pazienti affetti da neoplasia avanzata

La Struttura Complessa di Radio Oncologia dell'Ospedale SanFrancesco di Nuoro è sempre più all'avanguardia e inserita nel circuito delleeccellenze accreditate a livello internazionale.

È, infatti, pienamente operativo il “Percorso del Sollievo”,un progetto che consente di ridurre al minimo le attese per la radioterapia deldolore ai pazienti con neoplasia avanzata e bisognosi di terapia antalgica. Ilpercorso privilegiato, intrapreso grazie a una convenzione con la Radioterapiadel Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” - Università Cattolica delSacro Cuore di Roma, rappresenta un primato per il centro nuorese diretto dalProfessor Andrea Maria Scapati, che ha creduto fin da subito alle potenzialitàde “La Rete del Sollievo”. Un network nazionale che nasce dall'esigenza dicollegare fra loro risorse umane e tecnologiche, per garantire l’erogazione diradioterapia a scopo antalgico ai cosiddetti malati terminali.

«Grazie a questo percorso – spiega il Professor Scapati - neiprimi due mesi del 2012 sono già state trattate nove persone; datosignificativo, se si pensa che dall’inizio delle attività della Rete delSollievo (marzo 2011) il centro di Nuoro ha sottoposto a trattamento antalgicomonodose ben 46 malati».

Obiettivo principale del programma è assicurare ai pazientiuna continuità delle cure antalgiche con attese minime - in quanto programmate-. «In questo modo – continua il primario della Radio Oncologia nuorese – èpossibile ottenere un sensibile miglioramento nella qualità della vita deipazienti e dei loro familiari, nel pieno rispetto della loro dignità». Ilpercorso, dunque, dà al paziente con dolore neoplastico la possibilità diessere valutato clinicamente, preparato e radio-trattato con una dose “SingleShot” nella stessa giornata, oppure dopo una programmazione condivisa con ifamiliari, col vantaggio di limitare al minimo il disagio - anche logistico - econsentirgli un ritorno nel proprio ambiente familiare o nel luogo di degenza.

D'altra parte non va dimenticato il fatto che il dolore, ilsintomo più frequente nel paziente oncologico, è una drammatica esperienzasensoriale ed emotiva, associata ad un danno reale o potenziale dei tessuti. Lasua percezione è, quindi, il risultato di molteplici eventi, che comprendonosia aspetti fisici che cognitivi ed emozionali, quali ansia, rabbia,depressione, oltre che psicologici, sociali, relazionali e spirituali,racchiudendo in sé l’insieme di tutto ciò che sente e soffre il paziente. Senzaconsiderare il dramma su base familiare che si inserisce potentemente etragicamente all’atto della diagnosi del tumore. «Il dolore da cancro –conferma Scapati - ha tra i suoi rimedi principali la radioterapia, le cuipotenzialità sono progredite significativamente negli ultimi anni, grazie allosviluppo dell’alta tecnologia informatica ed elettronica applicate allamedicina». E il San Francesco di Nuoro può vantare, oggi, la presenza di questapotente risorsa per il controllo causale del dolore oncologico, che ha anche ilvantaggio di produrre un risultato duraturo o, addirittura, definitivo, datoche agisce direttamente sul focolaio neoplastico che comprime o infiltra leterminazioni nervose circostanti. La radioterapia non entra in competizione conl'uso dei farmaci derivati dalla morfina, ma vi si integra al fine dimigliorare la qualità di vita dei pazienti. La risposta antalgica allaradioterapia può portare ad una minore assunzione di farmaci oppioidi, garantendol'assenza del dolore, ma anche una diminuzione degli effetti collaterali, inmodo che il paziente possa vivere una vita di relazione in una fase della vitain cui le relazioni affettive e familiari sono importanti. Com

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