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Nuove accuse per il leghista Davide Boni: i soldi che avrebbe preso sarebbero stati destinati a Lega e Forza Italia

Sarebbero stati equamente suddivisi i soldi delle presunte tangenti incassate per i progetti immobiliari nel comune di Cassano d'Adda, finito al centro di un'inchiesta che ha poi 'partorito' quella a carico del presidente del Consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni. "Un milione e mezzo di euro" così spartito: un terzo delle mazzette andava ai professionisti, che si 'spendevano' per raccogliere i proventi illeciti dagli imprenditori, e i rimanenti due terzi venivano "destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta cassanese, Forza Italia e Lega Nord".

A raccontare la 'segmentazione' delle tangenti è stato Gilberto Leuci, indagato nell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dal Pm Paolo Filippini, perché sarebbe stato assieme al cognato, l'architetto Michele Ugliola, il 'collettore delle bustarelle' poi versate, tra il 2008 e il 2010, a Boni, ex assessore regionale all'Edilizia, e al suo allora 'braccio destrò, Dario Ghezzi. Sarebbe questo, nel racconto di Leuci, il 'sistema Cassano' che, secondo gli inquirenti milanesi che indagano su un più vasto giro di corruzione, sarebbe stato replicato su più larga scala anche per altri affari nell'hinterland milanese, coinvolgendo più assessori regionali in una sorta di 'sistema Pdl-Lega'.

In un verbale del 9 novembre 2011 - depositato (assieme ad altri 6) ai difensori dell'imprenditore Luigi Zunino e di Ghezzi, che hanno fatto ricorso al Riesame - Leuci spiega "che i soldi per la politica dovevano essere destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta cassanese, Forza Italia e Lega Nord". E aggiunge che anche "l'amministratore delegato della Serenissima Sgr (...) mi rappresentò che era a conoscenza del fatto che per montare affari immobiliari in Lombardia era necessario fare un passaggio da Boni e da Ghezzi, i quali dirigevano l'imprenditore verso il sottoscritto e da Ugliola".

I due professionisti infatti avevano una "copertura politica" di "livello più alto rispetto a quello locale". Ugliola, infatti, come ha spiegato ai Pm l'ex sindaco di Cassano Edoardo Sala, arrestato mesi fa, "era persona che godeva della fiducia della Lega Nord ed il cui operato era avallato dai massimi esponenti del movimento lombardo, nello specifico da Boni".

L'architetto, come ha messo a verbale anche un ex esponente locale della Lega, Marco Paoletti, era "l'uomo di fiducia della Lega", il "mediatore tra gli interessi dei politici e quelli dei proprietari delle aree interessate alle modifiche urbanistiche" per quanto riguarda "i grandi problemi urbanistici in Lombardia".

 

Del fatto che Ugliola "fosse colui che doveva occuparsi delle provviste di denaro per il movimento - ha detto ai pm l'ex esponente del Carroccio, anche lui accusato di corruzione - ne ebbi conferma (...) quando mostrai la disponibilità a contribuire alle spese della campagna elettorale di Boni, ma (...) Ghezzi mi rispose 'tu pensa a portare i voti che il resto ce lo aspettiamo da Michele"'.

E ancora: "Non sapevo precisamente quanti soldi Ugliola avesse promesso in quota Lega per gli affari di Cassano (secondo l'accusa, le mazzette incassate per una serie di operazioni tra Milano e l'hinterland toccano i 300 mila euro, rispetto a promesse che superano i 2 milioni) Ero consapevole del fatto che un terzo dei profitti sarebbero andati alla Lega".

E' stato Ugliola poi nei suoi verbali a 'tirare in ballo' anche altri due ex assessori della Regione, Franco Nicoli Cristiani del Pdl, arrestato mesi fa in un'altra inchiesta per corruzione, e Massimo Buscemi, non indagato. Per un affare ad Albuzzano, nel Pavese, "bisognava anche ottenere - ha raccontato in un interrogatorio - una autorizzazione dall'Assessorato regionale al Commercio (allora guidato da Nicoli Cristiani) ed il Ghezzi mi disse che per questa parte ci avrebbero pensato loro". Poi la spiegazione del sistema per 'mascherare' le tangenti nei suoi rapporti con l'imprenditore Luigi Zunino: "Sulle mie parcelle - ha riferito l'architetto - indicavo la somma complessiva di euro 1 milione 850 mila (...) di cui euro 800 mila dovevano essere retrocessi a Boni e Ghezzi".

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