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Il migliore dei mondi possibili: mostra bipersonale di Demelza Spiga e Daniela Spoto a cura di Giusy Sanna

"Vivere nel migliore dei mondi possibili" è una frase che ha sempre acceso  dibattiti e scontri; non a caso l'illuminista francese Voltaire, in aperto contrasto con questa visione troppo fiduciosa e semplicistica del mondo, parodiò Leibniz nel suo romanzo Candido o l’ottimismo, trasformandolo nella figura di Pangloss, il filosofo tedesco intento ad istruire il giovane Candido perché vedesse il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene nel romanzo sia vittima in continuazione di controversie e disavventure.

L’ottimismo, la fiducia incondizionata nel futuro e la convinzione a priori di vivere davvero nel mondo “ più perfetto possibile”, sono concetti ricorrenti nella storia della civiltà occidentale (un esempio: il Positivismo ottocentesco) e appaiono come necessità imprescindibili di ogni essere umano, sconfinanti a volte  nella cieca ignoranza delle reali condizioni del migliore dei mondi possibili.

L'ottimismo è spesso chiamato in causa per superare persistenti periodi di crisi o degrado, come fiducia incondizionata (si potrebbe dire fede) nella tecnica  e nelle risorse della volontà umana. Che sia l'effetto di un periodo di estremo benessere della società o la reazione ad un periodo di incertezza, l’ottimismo è un efficace mezzo per distrarre e rassicurare la popolazione.

Così è stato negli anni cinquanta; mentre impazzava la guerra fredda e persisteva la reale minaccia di una guerra  atomica, l’America viveva il suo periodo forse più fulgido e ricco: la scienza e la tecnologia entrarono a far parte della vita quotidiana delle persone, il tasso di scolarizzazione crebbe  in maniera esponenziale e  la pubblicità convinceva di vivere nel mondo perfetto.

Nella mostra di Demelza Spiga e Daniela Spoto si rievoca questo periodo fatto di profonde contraddizioni.

Daniela Spoto sottolinea questo aspetto di fiducia nell’uomo mostrando che  si può  sopravvivere  ad un attacco nucleare con un sorriso e rimboccandosi le maniche, Demelza Spiga scova delle foto (top secret?) dove si scopre come le tensioni tra le varie potenze venissero stemperate con offerte di pesci. E che Godzilla non è stato forse l’unico prodotto di incidenti nucleari. Com

 

 

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