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Fornero punta all’accordo entro il 23 marzo

"Un accordo mi sembra realizzabile, lavoriamo per questo, e credo che potremmo farlo la prossima settima", dice il ministro Elsa Fornero della riforma del mercato del Lavoro. "Una cosa che caratterizza questo governo e' pensare al Paese nel suo insieme - dice -: Conto che quello che si fa per il Paese non possa essere rifiutato".

"Gli obiettivi rimangono. Un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine si può fare, non è che ci impicchiamo all'albero, ma per questo lavoriamo per realizzare l'accordo entro il 23 marzo". 

"Sono fiduciosa che le parti capiscano che questo dare oggi significa aprire per il domani, far uscire il Paese da quella trappola che si manifesta in un tasso di crescita più basso, se non decrescita e stasi in alcuni casi".

Dopo aver sottolineato che in un confronto come quello con le parti sociali possono esserci fasi diverse, con toni più o meno accesi, del rapporto con sindacati e imprese il ministro dice: "Ho sempre lavorato con l'obiettivo di cercare una intesa per una buona riforma per il Paese'.

Per poi sottolineare che la "linea guida" dell'azione del governo è "pensare al Paese nel suo insieme, ai diversi segmenti che possono trovarsi in situazioni diverse, senza dover rendere contro a qualche segmento in particolare".

Nel definire la riforma abbiamo in mente - ha proseguito Fornero - una forma contrattuale dominante, e questa è il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, che preveda l'ingresso nel mercato del lavoro possibilmente in giovane età attraverso un vero apprendistato: su questo terreno non partiamo da zero e devo riconoscere il lavoro fatto in questo senso dal precedente governo".

I tempi di attuazione sono stati accorciati; il nuovo sistema di ammortizzatori sociali dovrebbe partire quest’anno per entrare poi a pieno regime nel 2015, due anni in anticipo rispetto ai tempi previsti.

Non viene toccata la Cassa integrazione straordinaria, ma sarà unicamente eliminata “la causale per cessazione di attività”.

Inoltre, nell’ambito delle tipologie contrattuali, non ci sarà un contratto unico ma un “contratto dominante” che incentivi l’apprendistato a tempo indeterminato come strumento di ingresso nel mondo lavorativo.

In merito invece al reperimento delle risorse necessarie al finanziamento della riforma, il Ministro ha precisato che non si faranno prelievi dal fondo sociale, ma esse verranno ricercate altrove.

Ed ecco il cuore del progetto. È prevista l’introduzione della c.d.  “Assicurazione sociale per l’impiego” (Aspi), un mezzo di sostegno e di tutela che andrà a sostituire le vigenti indennità di mobilità, l’una tantum per i co.co.pro, gli incentivi di mobilità e di disoccupazione per gli apprendisti e altre indennità simili, ma non la CIG ordinaria. In particolare: si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e pubblici impiegati con contratti non a tempo indeterminato; saranno necessari almeno due anni di anzianità assicurativa del dipendente e almeno 52 settimane di lavoro nell’ultimo biennio; la durata del bonus sarà di 12 mesi e di 15 mesi per i lavoratori con più di 58 anni; l’importo medio arriverà alla soglia dei 1.119 euro; l’aliquota contributiva sarà circa dell’1,3%, con un aumento all’1,4% per i lavoratori non a tempo indeterminato; l’indennità sarà sottoposta ad un meccanismo di riduzione del 15% dopo i primi sei mesi e di un ulteriore 15%  dopo altri sei mesi.

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