In altre parole, le Province si dicono convinte che il decreto che indice i referendum abrogativi non sia legittimo perché chiede ad un cittadino di una provincia di esprimersi sulla soppressione di un'altra provincia. SI chiede ad un cagliaritano di dire se vuole o meno la provincia della Gallura", spiegano i ricorrenti, "mentre solo i galluresi, per Statuto, dovrebbero esprimere la propria opinione".
Le Province vanno avanti e impugnano, davanti al TAR, il decreto firmato dal Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che indice i referendum che chiedono di sopprimere le province. A tutto ciò nel ricorso si aggiunge che la legge istitutiva delle province, la 9 del 2001, non può essere abrogata con referendum, in quanto dotata dio peculiare forza di resistenza passiva, mentre la n. 4 del 1997, in quanto legata allo Statuto Speciale non è suscettibile a referendum. A queste motivazioni si aggiungono poi quelle legate alla soppressione della art. 32 dello Statuto Sardo e la modifica dell’art. 15, il quale attribuisce alla “legge statutaria”, sia la competenza a disciplinare il referendum regionale “abrogativo, propositivo e consultivo” sia il potere di scegliere, esclusivamente in quella sede, se istituire e con quali modalità uno o più dei tipi di referendum richiamati e pertanto, fino all’entrata in vigore dell’apposita disciplina affidata alla “legge statutaria” regionale, la disciplina del referendum abrogativo contenuta nella legge reg. n. 20 del 1957 deve considerarsi tacitamente o implicitamente abrogata.