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Arrestati dagli agenti della Polizia di Stato per concorso di un tentativo di furto di un’autovettura e di resistenza a P.U..

Sabato scorso, gli investigatori della Mobile, hanno ricostruito il fatto risalente al due agosto 2011 quando verso le le ore 4.00 in via Frau due individui vestiti di scuro e con il volto coperto da passamontagna avevano tentato di compiere il furto di una Fiat Punto di cui avevano forzato lo sportello e manomesso l’impianto elettrico.

All’arrivo di una pattuglia di un equipaggio delle volanti entrambi si davano alla fuga a bordo di un’Alfa Romeo 156. Inseguiti dagli agenti, percorrendo via Pirandello contromano ed a fari spenti, all’interno di un parcheggio arrestavano la loro marcia. Scesi dalla vettura, con il volto travisato ed atteggiamento minaccioso si dirigevano contro gli Agenti che,  per evitare lo scontro fisico, esplodevano alcuni colpi d’arma da fuoco in aria, provocando la fuga dei malviventi.

Nell’atto di scavalcare un’inferriata uno dei due perdeva il portafogli contenente, fra le altre cose, la patente di guida intestata a Ghironi. Inoltre all’interno dell’auto sono stati rinvenuti anche due telefoni cellulari.

Nel corso della medesima mattinata la madre del Ghironi, intestataria dell’auto Alfa 156 utilizzata per la fuga, presentava in Burgos una denuncia per furto.

Le successive indagini degli agenti della Mobile, hanno permesso di appurare l’assoluta infondatezza della versione di fatti fornita dal Ghironi e dalla madre circa il furto della vettura e di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’arrestato in ordine a quanto accaduto.

Le verifiche tecniche sui tabulati telefonici hanno permesso di appurare che un altro telefono in uso al Ghironi, quella medesima nottata del 2 agosto, si trovava in Sassari, proprio nelle vie e nelle zone in cui è stato tentato il furto della vettura.

Le verifiche tecniche sull’altro telefono cellulare rinvenuto nella vettura utilizzata per fuggire, hanno consentito agli uomini della mobile di individuare il proprietario e conseguentemente il presunto complice del Ghironi, Marco Giau.  

Dopo le indagini espletate, su richiesta del sostituto procuratore, il G.I.P.,  sussistendo gravi indizi di colpevolezza, verificata la pericolosità degli indagati desumibile oltre che dai precedenti dal tentativo di “ depistaggio ”, nonché per il concreto pericolo di reiterazione del reato,  ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per Ghironi e dell’obbligo di dimora per Giau.

Entrambi i giovani, dopo le ricerche protrattesi per alcuni giorni, sabato scorso sono stati rintracciati e sottoposti alla misure cautelari loro destinate a disposizione dell’A.G. procedente.