In Italia, dai più piccoli ai grandi tutti sapevano come sarebbe andato a finire il processo contro Marcello Dell'Utri. E come ha detto qualche giorno fa Bossi anche i giudici leggono i giornali e seguono attentamente l'evoluzione politica. E, inoltre, tutti sapevano che l'imputato stava manovrando, già da quando è stato scoperto fare parte di una presunta loggia segreta che intendeva condizionale l'azione dei governi non amici compresi tribunali, per cercare una via di fuga dalle sue responsabilità accertate in due gradi di giudizio. Ma ora spetterà ad un'altra corte d'Appello di Palermo confermare o no la condanna all'uomo, pare primo attore delle fortune berlusconiane, come raccontano i pentiti, perché sarebbe stato il senatore, fatto eleggere dal suo socio e amico ex presidente del Consiglio, per sfuggire al carcere che lo attendeva, il referente presso i potenti vertici mafiosi siciliani che ha anche visto un suo componente di spicco soggiornare nella lussuosa magione lombarda del Berlusca con la poco probabile qualità di presunto stalliere.
Quindi mandare in carcere Dell'Utri sarebbe stato uguale carcere anche l'ex presidente del consiglio. I due non possono prescindere dall'altra perché assieme sono nati come potenti imprenditori e poi come inventori (più il primo che il secondo) di Fi. Quindi, nell'attuale fase politica sarebbe stata sicura crisi di governo.
Comunque, più vanno avanti i processi contro la coppia "più fortunata del momento", ci saranno sempre meno condanne. La congiuntura politica è quella che è e per il bene del paese si è forse sacrificato il diritto. Come lo aveva sacrificato l'etilista Eltsin che per un presunto salvacondotto per lei e figlia, scoperti avere cospicui fondi in svizzera, il nominato presidente, ex alto ufficiale del famigerato Kgb, firmò all'ex presidente artefice della poco credibile rivoluzione democratica russa, un salvacondotto che lo discolpasse di tutto e, quindi, mai perseguibile dalla fantomatica legge russa. Gestita e dispensata dal novello ed ex Ras-Putin, chiamato, amato amico personale, dal re del "bunga bunga" nazionale. Ma contento lui di avere simili amici, negatori delle libertà degli uomini. E proprio vero che Dio li fa mettere al mondo e poi da soli si unisco nel bene e nel male, che in questo caso la loro unione è stata ed è esiziale per il popolo italiano, ridotto all'asso dai governi Berlusconi e quello russo che oltre a soffrire fame e povertà, soffre più che altro la mancata democrazia, parola con la quale si riempiono la bocca molti satrapi, antichi e nuovi, finiti male per opera della rivoluzione, o per altra causa.
A questo punto, si spera solo che alcune sentenza non vengano mai più fatte in nome del popolo italiano (che se veramente interpellato e fatte in suo nome simili sentenza non sarebbe mai state emesse), ma solo in nome della fase politica, del suo volere e degli accordi che fanno sopravvivere i nuovi e antichi 'gattopardi '.