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Censimento dei capi ovini e caprini, il 31 marzo la scadenza

«Questo adempimento – spiegano dal Servizio veterinario di Sanità animale di via Rizzeddu a Sassari – oltre che obbligatorio è indispensabile per il buon esito dei premi comunitari per il pagamento dei quali l’Agea, organismo erogatore dei premi, effettuerà l’incrocio dei dati con la Banca dati nazionale e procederà alla liquidazione solamente per gli allevamenti per i quali le Asl avranno inserito il censimento aggiornato».

Da qui l’invito dei veterinari della Asl sassarese agli allevatori, perché si rechino al più presto, muniti del registro aziendale adeguatamente compilato, negli uffici veterinari e nei 26 sportelli anagrafe distribuiti sul territorio provinciale e aperti dalle 8 alle 14.

Sono in corso, nel frattempo, i controlli ufficiali minimi, previsti dal Ministero e dalla Regione Sardegna, su un campione di aziende ovicaprine presenti nel territorio di competenza della Asl di Sassari.

Nel 2011 sono state censite in 3.211 aziende ovicaprine ben 3.516 allevamenti, per un totale di  921.047 capi, di questi  900.612 erano ovini e 20.435 caprini.

Il distretto con il maggior numero di capi è risultato quello di Sassari, con oltre 280.000 capi presenti, mentre il comune con il maggior patrimonio ovi-caprino della provincia è stato quello di Ozieri con circa 100.000 capi. La media aziendale è risultata di circa 300 animali.

Quest'anno i veterinari della Asl ispezioneranno quasi 400 aziende, scelte a campione utilizzando i fattori di rischio quali, in particolare, la mancata comunicazione del censimento, la presenza di focolai di malattie infettive, situazioni anomale nelle movimentazioni.

Durante i controlli saranno compilate delle check list e in caso di irregolarità verranno comminate prescrizioni quindi, nei casi più gravi, anche sanzioni amministrative, nonché comunicazione agli organismi pagatori dei premi. Gli allevatori, infatti, per poter accedere al regime di aiuti comunitari devono rispettare diversi adempimenti, tra questi la corretta registrazione e l'identificazione dei capi.

Per i capi da rimonta – spiegano dal Servizio di Sanità animale – è ormai obbligatoria l’identificazione con doppio mezzo, cioè con il chip elettronico inserito negli stomaci, attraverso bolo ruminale, e con la marca auricolare.

Gli arieti, circa 12mila, invece sono stati tutti identificati elettronicamente dai veterinari dell’Asl, e sono stati anche sottoposti a esame del Dna, fatto dai laboratori dell'Istituto zooprofilattico, per poter eliminare i soggetti sensibili alla scrapie. Entro dicembre 2011 era prevista la macellazione o la castrazione degli arieti di terza classe, cioè di quelli non resistenti alla malattia, e l'obbligo di ottemperare al piano di selezione genetica che porterà nel giro di pochi anni alla resistenza verso questa terribile patologia per il patrimonio zootecnico.