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Copagri Sardegna: Finanziaria regionale, l’agricoltura sarda ne esce malconcia

«L'agricoltura sarda era debole e la Finanziaria regionale non la rafforza di certo: il Consiglio regionale ha fatto uno sforzo per recuperare e riprogrammare le risorse per affrontare la crisi, ma il comparto non ne beneficerà». Infatti, Copagri Sardegna, all'indomani dell'approvazione della Finanziaria 2012, stima che del totale delle risorse programmate in bilancio, al netto dei fondi destinati alle agenzie ed enti agricoli, alle attività più propriamente produttive vada poco più dello 0,5% (una quarantina di milioni di euro). Questo nonostante la forte contrazione dei redditi nei principali settori (dalla zootecnia alla cerealicoltura e ortofrutta), e la prospettiva dei maggiori costi per effetto dell’IMU, dell’aumento degli oneri previdenziali, e a fronte di un inarrestabile incremento del costo dei carburanti nonché la diminuzione dei consumi alimentari.

Le criticità riguardano tutti i settori dell'agricoltura.

La legge regionale 15 del 2010, è stata “spolpata” prima dal collegato alla Finanziaria 2011 e oggi dalla Manovra, con un taglio complessivo di risorse di circa 32 milioni di euro, fondi che erano destinati a interventi sostanziali come il rafforzamento della struttura finanziaria della cooperazione, l’acquisto collettivo di mangimi, lo sviluppo della cerealicoltura, che invece subisce un dimezzamento dei  fondi. Le nuove risorse sarebbero dovute servire anche all’abbattimento degli interessi sui prestiti a breve e invece si assiste al recupero  per il solo 2012, di un milione di euro, rispetto allo stanziamento originario di 2 milioni sia per il 2012 che per il 2013. Insufficienti anche le risorse destinate ai Consorzi di bonifica: i fondi non copriranno gli oneri a carico della Regione previsti dalla legge di riforma.

Sul problema della peste suina, aggiunte, Copagri Sardegna sottolinea come si trovino 3 milioni di euro per risarcire giustamente gli allevatori in regola colpiti dai focolai con risorse che però vengono sottratte allo stesso comparto. Non si è tenuto conto che la spesa sul PSR, negli assi fondamentali per lo sviluppo, quelli dedicati all’ammodernamento e alla competitività arranca e che, sono venute meno le risorse per coprire gli oneri dell’indennità compensativa per il 2012 (parte) e 2013.

In tema di continuità territoriale delle merci, conclude la nota - la destinazione di 18 milioni in tre anni rappresenta indubbiamente un passo in avanti, ma certamente i fondi non possono essere sufficienti per garantire pienamente trasporti a costi equivalenti a quelli della terraferma. Va poi considerato che la continuità non può essere confusa con un aiuto agli autotrasportatori e pertanto, nella fase di attuazione della norma, occorrerà garantire che vi siano ricadute positive sui costi a carico dell’utenza e quindi delle imprese, comprese quelle agro-alimentari. Com