La decisione è stata presa questa mattina nella riunione del direttivo dell’Unione Province Sarde presieduta da Roberto Deriu.
Per l’Ups l’illegittimità del decreto presidenziale deriva dal fatto che è stato adottato in forza di una legge (la 20 del 1957) che non può essere applicata in quanto si riferisce all’art. 32 dello Statuto Sardo espressamente abrogato dalla legge costituzionale n.2 del 2001 e va dunque considerata abrogata tacitamente. Inoltre, l’Ups sostiene che la stessa legge costituzionale ha attribuito le competenze di disciplina del referendum abrogativo alla cosiddetta “legge statutaria”.
Da un lato, dunque, con l’abrogazione dell.art 32 dello Statuto è venuta meno la base giuridica che autorizzava il legislatore regionale a disciplinare il referendum, dall’altra la competenza a disciplinare i referendum abrogativi è stata riservata ala legge statutaria.
Da qui l’ illegittimità: perché si è richiamata una legge che va considerata abrogata o che è viziata da illegittimità costituzionale in quanto invade evidentemente l’ambito di competenza riservato alla legge statutaria.
Il direttivo dell’Ups ha sottolineato di condividere coi referendari la necessita delle riforme e di una discussione pubblica, ma dentro la legalità e nella chiarezza.