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Tensione sul lavoro. Fornero come Berlusconi: al Pd, avanti anche se di voi

"Penso che anche il Pd possa votare una buona riforma, ma se ci sarà consenso solo su una riforma che il governo non giudica buona, il governo si assumerà la responsabilità di andare avanti e il Parlamento si assumerà la responsabilità di appoggiarlo o meno", dice Fornero, precisando tuttavia di non aver sentito altolà secchi di nessun tipo. "Sono temi in discussione da molto tempo, si possono discutere e, anche se ci sono posizioni diverse, non credo che ci siano aut aut", aggiunge. Il portavoce del ministro precisa poi al Tg1 che c'è la volontà di ricercare un buon accordo con le parti sociali, c'è un cauto ottimismo e la speranza che di fronte a un buon accordo i partiti mostrino la piu' ampia convergenza.

Dopo l'avvertimento di ieri, oggi però Bersani sembra aprire: "Dice bene Fornero, il Pd appoggerà una buona riforma. Naturalmente la valuteremo confrontandola con le nostre proposte. Quel che ci vuole è un buon accordo perché i mesi difficili che abbiamo davanti devono essere affrontati con il cambiamento, con l'innovazione e con la coesione sociale". E un appello arriva anche dal presidente del Senato Renato Schifani, che chiede di fare il possibile per "evitare la rottura della pace sociale". E mentre domani la trattativa con le parti riprende, Fornero non fa sconti sull'art.18: "non ho mai sostenuto che venga per primo, c'è molto lavoro da fare ma e' un tema che sarà posto nel confronto con i sindacati".

Nulla "di ciò che è  sociale è fuori dalla discussione". Intanto, la Confindustria, dove oggi si è aperto uno scontro interno, con il candidato presidente Alberto Bombassei che accusa la presidente uscente Emma Marcegaglia di aver esagerato ieri con le accuse contro il sindacato proprio sull'articolo 18, assicura che domani si presenterà all'incontro "con spirito costruttivo" e conferma l'impegno a lavorare per un accordo, anche se - sottolinea Marcegaglia - la riforma comunque va fatta. La leader degli industriali ha anche annunciato che Confindustria, Abi e Ania, hanno messo a punto un documento comune sulla flessibilità in entrata.

Il leader della Cisl Raffaele Bonanni intanto chiede che il tavolo sul lavoro non sia "da seduta spiritica", ma rimanga "stabile" e polemizza con il metodo adottato dal governo: "Chi negozia non dice 'o prendere o lasciare"'. Critica anche la Cgil, che se la prende su Twitter con il Governo di "supergarantiti" che "non ha mai frequentato il mercato del lavoro" e pretende di fare una riforma "a tavolino", abbassando le garanzie alla gente comune perché ce lo chiede l'Europa. La Uil intanto chiede al ministro di introdurre nella discussione sulla riforma del mercato del lavoro il tema dei fondi europei che l'Italia spende in minima parte.

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