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A tarda notte l’accordo dell’Eurogruppo per la Grecia

Apertura incerta per Milano e le altre Borse europee, con gli investitori prudenti nel valutare il peso dell'esposizione delle banche, i cui crediti nei confronti della Grecia sono stati ridotti con un tratto di penna nel corso della riunione dell'Eurogruppo. Che si è conclusa a notte fonda con il via libera al prestito di 130 miliardi da parte dell'eurozona nei confronti di Atene. Un accordo reso possibile anche dalla ristrutturazione del debito ellenico verso i privati. 

Lo spread Btp-Bund scende sotto i 340 punti base (338) rivedendo i valori minimi da inizio settembre. Il rendimento Btp a 10 anni è sceso al 5,37%. La Spagna colloca titoli di Stato a 3 e 6 mesi per complessivi 2,5 miliardi, l' importo massimo previsto, registrando un forte calo dei rendimenti. Per la tranche a 3 mesi (1,74 mld) il rendimento medio è sceso allo 0,396% dall'1,285% dell'asta del 24 gennaio.

La Grecia "è un paese dove il rischio della non attuazione dei programmi è più alto rispetto ad altri, per questo è stato necessario predisporre misure addizionali di sorveglianza", ha commentato il ministro olandese delle finanze Jan Kees De Jager, al suo arrivo all'Ecofin. "Senza queste misure addizionali, non eravamo sicuri che la Grecia attuasse i programmi presi" ha precisato

Cosa ha convinto i 'falchi' dell'area euro? quali sono queste misure addizionali? Per metterle nero su bianco ci sono volute 12 ore di discussione (e un'altra per scrivere il lungo e complesso comunicato finale)  fra i 17 ministri delle Finanze dell'Eurogruppo.

La conferenza stampa è cominciata poco dopo le cinque, con il presidente Jean Claude Juncker che ha augurato il "buongiorno" ai giornalisti, prima di annunciare una decisione che "garantisce il futuro nell'Euro della Grecia". Il nuovo programma prevede aiuti per 130 miliardi e, assieme alle ulteriori rinunce dei creditori privati, farà scendere il rapporto fra debito pubblico e Pil dall'attuale 160% al 120,5% nel 2020. Dopo la perdita di 17 punti di Prodotto interno lordo in quattro anni, la Grecia secondo gli esperti Ue tornerà alla crescita nel 2014. 

I detentori privati di obbligazioni greche, con i quali il premier Lucas Papademos ha trattato "fino all'ultimo", come aveva anticipato prima della riunione il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos, rinunciano al 53,5% del valore nominale dei loro titoli (oltre il 70% ai valori attuali), consentendo cosi' una riduzione di circa 100 miliardi dell'ammontare complessivo del debito pubblico; mentre anche gli interessi sui prestiti del primo pacchetto di aiuti, 110 miliardi decisi nel 2010, saranno tagliati per agevolare le autorità greche e la Bce rinuncerà ai profitti sui titoli del
debito greco acquistati negli ultimi due anni redistribuendoli alle banche centrali nazionali che li gireranno ai rispettivi governi perché' questi possano abbassare gli interessi del primo prestito.

In cambio Atene accetta e sottoscrive una sorveglianza "rafforzata", che prevede la presenza permanente della troika e l'inserimento nella Costituzione di una norma sulla priorità dei pagamenti delle scadenze del debito. "E' molto importante - ha commentato al termine della riunione il presidente della Bce Mario Draghi - che l'attuazione del programma da parte di Atene sia adeguatamente monitorata".

Quanto al ruolo del Fondo monetario, il direttore generale Christine Lagarde ha spiegato nella conferenza stampa che "l'Eurogruppo si aspetta che sia significativo: lo decideremo alla prossima riunione del Consiglio di amministrazione nella seconda settimana di marzo". Il motivo è semplice: Cina Brasile India non muoiono dalla voglia di aprire i cordoni della borsa per regalare soldi ai greci o all'area euro.

Da parte sua il premier greco, Lucas Papademos, si è detto "molto soddisfatto" e ha cercato di rassicurare sull'intenzione della Grecia di mantenere gli impegni presi, dicendosi convinto che "anche il governo che ci sarà dopo le elezioni di aprile sarà impegnato a implementare il programma completamente, perché è nell'interesse del popolo greco". Sarà, pensano a Amsterdam o Berlino. Ma nel dubbio è meglio condizionare gli aiuti a una serie di scadenze che si protraggono nella seconda metà del 2012. Fidarsi è bene, insomma, ma non fidarsi è meglio.

Per il presidente della Bce l'accordo raggiunto dai ministri delle Finanze dell'Eurozona sulla Grecia è "molto buono", perché gli Stati dell'Eurozona si impegnano a "mantenere l'aiuto alla Grecia per tornare alla crescita e alla creazione di posti di lavoro". Tuttavia, ha aggiunto Draghi, "è molto importante che l'attuazione del programma da parte di Atene sia adeguatamente monitorata". Atene è avvisata.

Il grande fustigatore dei vizi greci, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, è convinto che il Parlamento di Berlino approverà l'accordo raggiunto dall'Eurogruppo per il secondo piano di aiuti alla Grecia. "Sono totalmente fiducioso che i colleghi del Bundestag vedono le cose come le vede il Governo tedesco", ha commentato Schaeuble in un'intervista alla radio, in vista del voto che si terrà lunedì prossimo.