"Quando l'ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio è
doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità". In una breve nota il Sir - l'agenzia dei vescovi italiani - torna sul monologo di Celentano dal palco dell'Ariston.
"I giudizi di Adriano Celentano su due testate cattoliche nazionali (Avvenire e Famiglia cristiana, ndr) da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui" scrive il Sir. E spiega: "Vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della societa' tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese.
Vuoi parlare di fede? Vieni qui - E' il titolo di un editoriale che 'Famiglia cristiana' dedica ad Adriano Celentano. "Lesa maestà: Celentano usa il servizio pubblico Rai per 'vendicarsi' dei giornali che l'avevano criticato", scrive il settimanale dei Paolini sulla edizione online. "Una 'predica' che ha cancellato il Festival". "Adriano Celentano è solo un piccolo attivista dell'ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private. Come sanno i lettori, sulle nostre pagine, Franca Zambonini ha giustamente deprecato l`ingaggio faraonico per Sanremo, tradotto poi in beneficenza a suon di tromba, o meglio ancora di grancassa: altro che precetto evangelico". Scrive 'Famiglia cristiana': "Stando nel nostro orticello, di tutto possiamo essere accusati ma non di non parlare di Dio, fede e religione e dei bisogni spirituali dell'uomo di oggi. Celentano è proprio sfortunato: a partire dal numero
"Ci rallegriamo, invece, del fatto che Celentano abbia portato il tema di Dio e della fede su un pulpito mediatico così vasto come quello di Sanremo. Celentano vuole parlare di fede? Venga pure a parlarne anche su Famigliacristiana.it e su 'Famiglia Cristiana'".
"Sono sorpreso da un attacco che non ha senso, evidentemente Celentano non conosce 'Famiglia Cristiana', lo sfogliasse, lo leggesse, di tutto ci si puo' accusare ma non di parlare della fede". Con queste parole Don Antonio Sciortino, direttore del settimanale, ha replicato ai microfoni di Rainews, all'esibizione di ieri sera di Adriano Celentano al Festival di Sanremo. Un attacco insensato dunque, a meno che "non abbia voluto rispondere alle critiche mosse da Famiglia Cristiana e Avvenire sul suo compenso in un momento in cui il Paese e' alle prese con problemi economici. Trovo che sia scorretto che si usi il mezzo pubblico per consumare qualche piccola vendetta".
La risposta di Avvenire - Dello stesso avviso, Marco Tarquinio, direttore di "Avvenire", l'altro giornale attaccato dal Molleggiato. "Se l'è presa con preti e con i frati (tutti tranne uno) che 'non parlano del Paradiso' - ha detto Tarquinio - E se l'è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana che 'vanno chiusi'. Tutto questo perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata, si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo e farle funzionare per un anno intero". "Dunque - ironizza Tarquino - andiamo chiusi anche noi. Buona idea: così a tutti quei poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime biciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo, viva Sanremo e viva
Ai lettori Tarquinio assicura che "continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini, e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis".
Boom di ascolti - Le polemiche premiano l'audience. La prima serata di Sanremo 2012 e' stata seguita da 14.378.000 spettatori con il 48,5% di share, nella prima parte, e da 8.430.000 spettatori, con il 55,06% di share, nella seconda parte. L'anno scorso la serata inaugurale del primo festival targato Morandi aveva registrato 14.175.000 telespettatori con il 45,20% di share, nella prima parte, e 9.417.000 con il 48,65% di share, nella seconda parte.
Le due righe due di Aldo Grasso - "Mentre scrivevo questo pezzo mi sono arrivati gli insulti in diretta da Sanremo. Ma non ho altro da aggiungere", è il commento laconico di Aldo Grasso, apostrofato come 'deficiente' da Celentano.
Il molleggiato contro le amnesie dei preti - Nella prima serata della kermesse sanremese Celentano ha monopolizzato il palco dell'Ariston, tanto che in molti, nel teatro e a casa, si sono chiesti se si trattasse di uno show del molleggiato piuttosto che del Festival della canzone italiana. Celentano se l'è presa con i preti che "non parlano mai del paradiso come a dare l'impressione che l'uomo sia nato solo per morire", con l'"ipocrisia" dei giornali cattolici che "andrebbero chiusi", con
Dai preti ai giornali cattolici il passo è breve: "Giornali inutili come Famiglia Cristiania e l'Avvenire dovrebbero essere chiusi" perché "per loro -ha dichiarato Celentano- il discorso di Dio occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite come le critiche che fanno a uno come Don Gallo che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli ultimi".
Il secondo bersaglio dei bombardamenti dell'Adriano nazionale, accolto da una vera e propria ovazione dalla platea dell'Ariston, è stato Luca Cordero di Montezemolo che "ha fatto bene a fare il treno veloce" ma "l'alta velocità bisogna bilanciarla con qualcosa di lento", ha detto, invitando l'ex presidente di Confindustria a fare "un treno lento, che si potrebbe chiamare 'Lumaca'", perché "c'è qualcuno che vuole andare lento per ammirare le bellezze dell'Italia".
Lezione di diritto costituzionale - Tra una canzone e l'altra Celentano ha preso di mira anche
Ridateci Santoro - "Guardi che con queste cose che ha detto Morandi io non c'entro niente", ha precisato Celentano, rivolgendosi alla padrona di casa, il direttore generale della Rai, Lorenza Lei. Pronta la replica del conduttore bolognese: "E' vero, le ho dette io ma le ha scritte lui". E proprio al direttore generale della Rai è stata dedicata una delle ultime stoccate di Adriano: "Adesso ho capito perché si chiama Lei: perché vuole mantenere le distanze e anche Santoro l'ha distanziato mica male".
Chiosa su Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che "avevano proposto l'acquisto di armamenti come condizione per salvare la Grecia". "E' questa l'Europa che vogliamo, cinica e armata fino ai denti?", ha chiesto al pubblico, tornando ad uno dei suoi tradizionali cavalli di battaglia.
Festival San Remo: Celentano polemizza con tutti.
"Se l'è presa con preti e con i frati (tutti tranne uno) che 'non parlano del Paradiso'. E se l'è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana che 'vanno chiusi'. Tutto questo perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata, si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo e farle funzionare per un anno intero". La risposta diAvvenire a Celentano, il giorno dopo la prima serata di Sanremo, arriva dal direttore Marco Tarquinio.
"Dunque - ironizza Tarquino - andiamo chiusi anche noi. Buona idea: così a tutti quei poveracci, tramite il Comune competente, potrà elargire le sue prossime biciole di cachet. Davvero un bello spettacolo. Bravo, viva Sanremo e viva
Ai lettori Tarquinio assicura che "continueremo a parlare e far parlare di Dio, degli uomini, e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis".
Le due righe due di Aldo Grasso - "Mentre scrivevo questo pezzo mi sono arrivati gli insulti in diretta da Sanremo. Ma non ho altro da aggiungere", è il commento laconico di Aldo Grasso, apostrofato come 'deficiente' da Celentano.
Il molleggiato contro le amnesie dei preti - Nella prima serata della kermesse sanremese Celentano ha monopolizzato il palco dell'Ariston, tanto che in molti, nel teatro e a casa, si sono chiesti se si trattasse di uno show del molleggiato piuttosto che del Festival della canzone italiana. Celentano se l'è presa con i preti che "non parlano mai del paradiso come a dare l'impressione che l'uomo sia nato solo per morire", con l'"ipocrisia" dei giornali cattolici che "andrebbero chiusi", con
Dai preti ai giornali cattolici il passo è breve: "Giornali inutili come Famiglia Cristiania e l'Avvenire dovrebbero essere chiusi" perché "per loro -ha dichiarato Celentano- il discorso di Dio occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite come le critiche che fanno a uno come Don Gallo che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli ultimi".
Lumaca Express - Il secondo bersaglio dei bombardamenti dell'Adriano nazionale, accolto da una vera e propria ovazione dalla platea dell'Ariston, è stato Luca Cordero di Montezemolo che "ha fatto bene a fare il treno veloce" ma "l'alta velocità bisogna bilanciarla con qualcosa di lento", ha detto, invitando l'ex presidente di Confindustria a fare "un treno lento, che si potrebbe chiamare 'Lumaca'", perché "c'è qualcuno che vuole andare lento per ammirare le bellezze dell'Italia".
Lezione di diritto costituzionale - Tra una canzone e l'altra Celentano ha preso di mira anche
buttato nel cestino". Anche Morandi ha criticato la decisione della Consulta, sostenendo che, "bocciando il referendum, ha tolto la parola ai cittadini". E poco importa che la sentenza della Corte costituzionale sia stata adottata sulla base di quella stessa Carta citata dal molleggiato.
Ridateci Santoro - "Guardi che con queste cose che ha detto Morandi io non c'entro niente", ha precisato Celentano, rivolgendosi alla padrona di casa, il direttore generale della Rai, Lorenza Lei. Pronta la replica del conduttore bolognese: "E' vero, le ho dette io ma le ha scritte lui". E proprio al direttore generale della Rai è stata dedicata una delle ultime stoccate di Adriano: "Adesso ho capito perché si chiama Lei: perché vuole mantenere le distanze e anche Santoro l'ha distanziato mica male".
Gran finale - Chiosa su Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che "avevano proposto l'acquisto di armamenti come condizione per salvare la Grecia". "E' questa l'Europa che vogliamo, cinica e armata fino ai denti?", ha chiesto al pubblico, tornando ad uno dei suoi tradizionali cavalli di battaglia.





