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Ministro della Difesa: Contro la crisi bisogna ridurre uomini e mezzi

E' necessario ridurre il numero dei militari e dei civili. Una riduzione che avverra' progressivamente e portera' il numero dei soldati da 183 mila a 150 mila. Il taglio riguardera' anche 20 mila civili. Lo ha detto il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera, illustrando la riforma del modello e dei programmi di difesa.

Il provvedimento - ricorda Di Paola - si rende necessario per far fronte "alla difficolta' finanziaria in cui ci troviamo, nonche' allo sviluppo del settore". L'obiettivo, ha spiegato Di Paola, "si potra' raggiungere in dieci anni o poco piu' attraverso la riduzione degli ingressi del 20-30%, la mobilita' verso altre amministrazioni, l'applicazione di forme di part time". Per ammiragli e generali, ha aggiunto, "ci sara' una riduzione superiore del 30%'. E' un percorso doloroso ma inevitabile". In 5-6 anni, inoltre, ha rilevato, "ci sara' anche una riduzione del 30% delle strutture della Difesa.

"Dobbiamo impostare una incisiva revisione del nostro strumento militare - ha proseguito Di Paola - e compatibile con le risorse che il Paese e il Parlamento mettera' a disposizione". Ma una riforma di queste dimensioni, avverte il ministro della difesa, "non si puo' fare senza dibattito e ampia condivisione. 

Inoltre spiega Di Paola: "Saranno acquistati 90 caccia F-35 nvece dei 131 previsti dal programma Joint Strike Fighter, con una riduzione di 40 unita'. "Il Joint Strike Fighter Jsf è il miglior velivolo aero-tattico in via di sviluppo, ed è nei programmi di 10 paesi. Consentirà una straordinaria semplificazione operativa dello strumento militare", ha commentato Di Paola, ricordando che la scelta di puntare sui caccia F-35 "consente di ridurre linee aero-tattiche da tre a uno".

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