"Dopo quattro anni siamo usciti dal problema identitario. Non abbiamo certo finito il nostro lavoro di costruzione né abbiamo corretto tutti i nostri difetti, ma non siamo più un'ipotesi o un esperimento o un partito in cerca di Dna". Così il segretario
"Siamo un Partito progressista, un Partito del lavoro, della Costituzione, dell´Unità della nazione - è il ragionamento di Bersani - Un Partito profondamente europeista. Ormai esistiamo. Non possiamo più permetterci sedute psicanalitiche. Il nostro profilo sarà semplicemente il prodotto di quello di ciò che diremo e che faremo per l´Italia e per l'Europa, sostenendo i valori e gli interessi che vogliamo rappresentare".
"Nel Parlamento Europeo c'è stata una evoluzione positiva: si è formato il gruppo dei Socialisti e dei Democratici Europei, che sta lavorando bene. Ci si deve impegnare per un esito simile sul piano politico: la costruzione cioè di un soggetto politico europeo aperto ai riformisti di diversa ispirazione. Non è forse geneticamente connaturata al Pd una simile proposta? Non è forse coerente con quello che diciamo a proposito di una organizzazione internazionale dei progressisti che oltrepassi le antiche famiglie e che raccolga i soggetti socialisti, democratici e liberali, di tradizione ambientalista o di ispirazione religiosa, che in tutto il mondo combattono il liberismo della destra conservatrice? Noi dunque opereremo in questa chiave", scrive ancora Bersani.
"La prima: non cadremo nella pretesa ridicola di dare lezioni e terremo conto
Ma l'anima centrista del Pd non digerisce il risultato delle primarie per la scelta
Per Fioroni, tuttavia, Bersani non è il colpevole: "Bersani va giudicato sulle scelte nazionali e i sondaggi lo premiano. Siamo un partito federale. I dirigenti regionali e locali devono assumersi le loro responsabilità, e trarne le conseguenze.
Occorre coraggio". E precisa: "Coraggio significa affermare con chiarezza, a tutti i livelli, che il Pd riformatore deve costruire un`alleanza rafforzata, direi federativa, con il Terzo Polo. Perché questo rappresenta il baricentro su cui costruire l'alternativa di governo".
"Se sosteniamo con forza - aggiunge Fioroni - il governo Monti, per salvare l’Italia, diventa difficile dare vita a coalizioni locali esclusivamente con partiti che sono all`opposizione di questo esecutivo e che marciano in direzione opposta a quella del Pd. Così, gli elettori non ci comprendono".