La Camera conferma la fiducia al governo sul decreto legge 'svuotacarceri' con 420 si', 78 no e 35 astenuti.
Il ricorso al voto di fiducia era stato annunciato ieri dal governo in Aula: una scelta determinata dai tempi stretti per la conversione, che rischiavano di far scadere il decreto (il termine e' il 20 febbraio) e dall'ostruzionismo messo in atto dalla Lega che gia' da martedi' aveva costretto l'aula a una seduta notturna per il gran numero di iscritti a parlare. Oltre 500, poi, gli emendamenti presentati dal Carroccio.
Il decreto prevede, tra i punti qualificanti, il ricorso prima ai domiciliari, in seconda istanza alle camere di sicurezza e solo in maniera residuale in carcere, per gli arrestati in flagranza per reati di competenza del giudice monocratico (con l'esclusione di furto in appartamento, scippo, rapina ed estrorsione semplici) ed entro le 48 ore dal fermo, in attesa dell'udienza di convalida; il prolungamento da 12 a 18 mesi del fine pena che si puo' scontare ai domiciliari, e la chiusura, entro il 31 marzo del 2013, degli Ospedali psichiatrici giudiziari.
"Noi siamo contrari. Abbiamo votato no". L'ex ministro per le Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi, lo sottolinea conversando con i giornalisti. Interpellato all'uscita dall'Aula dove si sta votando la fiducia sul Dl carceri, ha quindi aggiunto: "Tutte le volte che hanno approvato questi provvedimenti non hanno funzionato". Poi ha chiosato: "speriamo che questa volta funzioni".
Per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario "serve una edilizia carceraria migliore, non un condono ogni due anni". Lo ha detto il leader
dell'Idv Antonio Di Pietro, conversando con i giornalisti a Montecitorio e motivando il no del suo partito alla fiducia chiesta dal Governo sul decreto carceri. Secondo Di Pietro questo provvedimento è in continuità con una
politica carceraria "per la quale si fanno condoni ogni due anni,una resa incondizionata dello Stato a criminali e delinquenti".
I deputati Radicali del gruppo del Pd si asterranno sulla fiducia al Dl carceri. Lo ha annunciato Rita Bernardini, parlando in aula nelle dichiarazioni di voto."Questo decreto rischia di divenire l'alibi per non fare quello che e' necessario e improcrastinabile per corrispondere a quanto da 30 anni la giustizia e l'Europa ci ingiunge di fare per rientrare nella legalita'", ha detto la Bernardini sottolineando: "Il provvedimento che si deve fare e' quello di una amnistia".





