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L’assemblea dei sindaci approva il documento sul dimensionamento scolastico provinciale

Le quattro autonomie scolastiche dell’Anglona si salvano, anche se l’accorpamento con Osilo fa storcere il naso al sindaco di Nulvi, Mario Buscarinu, perché il suo paese non sarà più la sede della presidenza dell’istituto comprensivo: colpa del fatto che ai piedi del castello dei Malaspina ci sono più studenti. E anche le due autonomie scolastiche del Goceano restano in piedi, anche se rispetto a quanto ipotizzato inizialmente Anela ha deciso, dopo un incontro tra amministratori e genitori dei bambini che frequentano la scuola locale, di restare con Bono, mentre Bultei ha scelto l’accorpamento con Benetutti pur di mantenere due dirigenze scolastiche sul territorio. Si salva anche l’istituto comprensivo che da oltre dieci anni unisce Florinas, Cordongianos, Muros e Cargeghe, che pur di restare insieme si uniranno volontariamente a Ossi anziché dividersi tra questa meta e Ploaghe, come si era ipotizzato sino all’ultimo per salvare l’autonomia scolastica del paese del sindaco Francesco Baule, che a questo punto dovrà decidere a quale autonomia aderire o accontentarsi di una reggenza temporanea, almeno per un anno. Spera di salvarsi anche Pattada, che potrebbe essere la sede di una delle due autonomie scolastiche del primo ciclo previste per il territorio di Ozieri e del suo hinterland.

Sono le novità più sofferte e dibattute che vengono fuori dalla Conferenza per il dimensionamento scolastico in Provincia di Sassari per l’anno 2012-2013, che si è tenuta questa mattina nell’Auditorium dei Ragionieri di via Monte Grappa, a Sassari. Sindaci e dirigenti scolastici chiamati a raccolta dall’assessore provinciale dell’Istruzione, Rosario Musmeci, per concludere il percorso portato avanti nei giorni scorsi, in un vero e proprio tour de force imposto dalla Regione, attraverso una serie di riunioni avute dall’assessore con i rappresentanti delle diverse aree geografiche che compongono il territorio provinciale. Al termine dell’odierno dibattito pubblico, aperto a tutte le componenti del “pianeta scuola”, è toccato ai sindaci licenziare il documento che verrà presentato a Cagliari, e il voto dei primi cittadini è stato pressoché unanime, con le sole eccezioni del sindaco di Ploaghe, che si è astenuto, e del sindaco di Nulvi, che ha votato contro. Un segno chiaro e inequivocabile: il lavoro impostato dall’assessore Musmeci non ha incontrato obiezioni di carattere filosofico, ma al momento di tirare le somme ci sono sempre degli scontenti, ed è naturale che questo compito spetti ai sindaci che qualcosa ce la rimettono, sul piano pratico, e che devono spiegare ai loro concittadini di un sacrificio fatto in nome del territorio provinciale.

«È ovvio che sia così, perché la verità è una sola», commenta l’assessore Musmeci dopo l’approvazione del piano di dimensionamento provinciale, su cui ora si dovrà esprimere Cagliari. «Sul piano della qualità dell’offerta didattica, il dimensionamento di per sé è un’operazione in perdita, che non può fare felici né gli amministratori locali né gli operatori del sistema scolastico – dice Musmeci ribadendo un concetto già espresso nel confronto con sindaci e dirigenti – a maggior ragione non possiamo essere felici di dover realizzare un dimensionamento che muove solo ed esclusivamente da ragioni di cassa, dalla volontà del governo centrale di ridurre i costi per la scuola». Da questo punto di vista, «la Regione avrebbe dovuto e potuto fare molto di più, utilizzando la propria autonomia per derogare agli stringenti parametri introdotti dalle leggi finanziarie nazionali – prosegue Rosario Musmeci – per tenere conto nella giusta misura delle specificità della Sardegna e di ciascun territorio, tanto sul piano geografico che dal punto di vista sociale e demografico».

Ciò nonostante «abbiamo fatto di necessità virtù», è la convinzione dell’assessore provinciale, che ribadisce con queste parole un concetto scandito con puntualità ossessiva da tutti i sindaci intervenuti nel corso della prima parte dell’incontro, quella aperta anche ai rappresentanti della scuola. «Abbiamo utilizzato anche l’occasione del dimensionamento per continuare a lavorare per migliorare la scuola – precisa – per creare un sistema territoriale dell’istruzione sempre più attento ai bisogni e alle vocazioni del territorio, alle esigenze di autonomia e di identità di ogni area storica e alle possibili evoluzioni dell’economia e del mercato del lavoro».

Tolti i casi già citati, cui è stato dedicato praticamente l’intero dibattito che ha preceduto la votazione da parte dei sindaci, il primo ciclo non ha subito altre dolorose modifiche: tra quelle in sofferenza numerica, sono state salvate quattordici autonomie scolastiche su sedici, con l’introduzione ovunque della novità degli istituti comprensivi in luogo delle autonomie scolastiche tradizionali. E anche alle superiori, dopo il gran lavoro di riorganizzazione compiuto un anno fa, non ci saranno grossi stravolgimenti. Le uniche eccezioni potrebbero riguardare l’istituto Nautico di Porto Torres e l’Agrario di Sassari. «Sono realtà sottodimensionate, ma data la loro specificità e unicità chiediamo che venga concessa loro autonomia in deroga alle norme e alle linee guida regionali», è l’appello formulato dell’assessore e fatto proprio dall’assemblea degli amministratori, che sulla parte del piano relativa al secondo ciclo d’istruzione si è espressa all’unanimità. Com