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Confagricoltura: altro che filiera corta e abbattimento dei costi.

Nel 2011 i costi del servizio idrico ad uso irriguo, hanno subito aumenti esponenziali, insostenibili per gli agricoltori sardi.

La media complessiva registrata lo scorso anno è calcolata in circa 40 euro in più ad ettaro. La denuncia arriva dall’assemblea di Confagricoltura regionale che raccoglie le proteste dei due Consorzi di Bonifica che nel 2011 hanno ottenuto i più elevati volumi idrici assegnati dalla regione; quello di Oristano (120 milioni di metri cubi) e della Sardegna Meridionale (80 milioni). Il subentro dell’ENAS, l’Ente Acque della Sardegna come fornitore in tutti i contratti di utenza d’acqua all’ingrosso, determina rincari aggiuntivi nella filiera che anziché essere accorciata per abbattere i costi, si allarga con l’ingresso di un organo intermedio che inevitabilmente ne produce. A farne le spese circa 14.000 utenze agricole servite dai due consorzi di bonifica. Il Consorzio di Oristano, lo scorso anno ha dovuto sborsare euro 622.600 in più rispetto al 2010 per acquistare dall’Enas lo stesso quantitativo d’acqua dell’anno precedente pari complessivamente a 145.000.000 milioni di metri cubi. L’incremento nel 2011 si è attestato sul 56,88% rispetto al 2010, percentuale destinata ad aumentare del  66,53%  nel 2012 e del 76,18% nel 2013.

Le maggiorazioni che si ripercuotono pesantemente sui bilanci degli agricoltori, sono state decise dal Comitato Istitutivo dell’Autorità di Bacino della Regione che lo scorso 8 settembre, con delibera, ha adottato il piano per il recupero dei costi del servizio Idrico Multisettoriale Regionale che stabilisce i volumi assegnati a ciascun gestore e un piano triennale tariffario 2011-2013 per le utenze servite da ENAS.

Per ciascun Consorzio di Bonifica, è indicato un volume base annuo pari all’80% delle quote minime consumate, a cui si applica il primo scaglione tariffario. Nel 2011 l’acqua grezza per uso irriguo (fino al consumo annuo pari al volume base) costava euro 0,006 ma poi cresceva sino a 0,015 nel secondo scaglione (compreso tra il volume base e il volume assegnato), per arrivare allo 0,025 per consumi annui eccedenti il volume assegnato.

Nel biennio successivo 2012 - 2013, tutti gli importi subiranno ulteriori aumenti di un punto per ciascuno scaglione che corrisponde ad un millesimo di euro.

La delibera, recepita dalla Giunta regionale, ha valore retroattivo e genera costi maggiorati per gli agricoltori costretti ad indebitarsi per fare fronte quest’anno ai rincari che sono scattati già a partire dal 2011, a loro insaputa. Il provvedimento si pone dunque in contrasto con la legge regionale n 6 (art.10 comma 2) che prevede che all’inizio di ogni anno debba essere quantificato il valore massimo del costo dell’acqua in modo che gli imprenditori agricoli possano inserirlo nel bilancio previsionale e aver idea di quanto andranno a spendere in proporzione alla superficie da irrigare. L’assemblea di Confagricoltura, denuncia un altro aspetto fortemente penalizzante. In questo momento storico di particolare crisi, anziché accogliere con favore gli aumenti idrici dovuti agli andamenti climatici siccitosi o alle scelte effettuate all’inizio delle campagne irrigue, di fatto si generano aggravi per gli agricoltori, costretti a sobbarcarsi ingiustificati rincari rispetto al volume base. Un esempio concreto arriva dal Consorzio della Sardegna Meridionale che tra il 2010 e il 2011 ha visto crescere la superficie irrigata di 1067 ettari e ha dovuto sopportare un esborso aggiuntivo di euro 677.462.

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