“E’ assolutamente necessario contrastare l’ondata di provvedimenti chiaramente indirizzati contro le prerogative delle regioni a statuto speciale e delle province autonome. Si tratta di una deriva pericolosissima, che non tiene conto delle ragioni della specialità”.
È quanto affermato dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci e dal vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, dopo l’incontro tra Regioni e Governo.
“Rappresenteremo questa fondamentale esigenza sia nel confronto con il Governo centrale - sottolineano Cappellacci e La Spisa - e sia nel dibattito presso la Conferenza delle Regioni”.
Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, coordinate dalla Regione Sardegna nella persona del vice presidente Giorgio La Spisa, si sono riunite a Roma questo pomeriggio per affrontare i problemi conseguenti alle ultime disposizioni di carattere finanziario approvate dallo Stato.
In particolare hanno rilevato che: Le accise sull’energia elettrica consumata nelle abitazioni passano da 47 decimillesimi di euro per Kwh a 227, quelle consumate nei luoghi diversi dalle abitazioni da 31 decimillesimi a 121. Questo aumento non è stato compensato, come nelle regioni a statuto ordinario, dalla contestuale soppressione delle addizionali sull’energia elettrica. E’ un provvedimento che tocca la carne viva dei cittadini e delle imprese residenti nei nostri territori ed è in sostanza una vera e propria tassa sulla specialità
Nel decreto sulle liberalizzazioni si prevede che in virtù del maggior gettito fiscale generato nelle regioni a statuto speciale e province autonome dall’innalzamento dell’aliquota dell’ accisa sull’energia elettrica si debbano recuperare 235 milioni di euro da destinare al pagamento dei debiti statali pregressi.
L’introduzione dell’IMU (sostitutiva dell’ICI) è stata prevista senza le norme di salvaguardia e di coordinamento tra la finanza statale, la finanza regionale e la finanza degli enti locali. Ciò determinerà minori entrate per la Regione (compartecipazione all’IRPEF sugli immobili non locati), e i comuni non avranno garantiti i trasferimenti delle quote compensative ICI loro spettanti.
Tutto ciò si aggiunge a quanto già previsto dalla manovra finanziaria del Governo Monti che ha stabilito di corrispondere minori compartecipazioni ai territori ad autonomia differenziata per 860 milioni di euro.
I rappresentanti delle autonomie hanno deciso di impugnare tutte queste norme e ricorrere alla Corte Costituzionale e contemporaneamente di presentare al Governo appositi emendamenti per correggerne gli effetti devastanti.
In conclusione si è anche stabilito di chiedere un incontro urgente al Presidente delle Regioni Errani, perché rappresenti adeguatamente le particolari problematiche delle autonomie speciali. Com