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Bossi stringe i cerchio su Berlusconi per andare al voto e fare fuori con l’attuale legge elettorale i ‘maroniani’

La protesta degli autotrasportatori ha creato disagi al paese? "Basta che cade il governo e va tutto a posto". Ormai è il mantra leghista: Monti che dura a Palazzo Chigi è un pericolo pubblico, lo ha detto anche ieri sera Umberto Bossi, dopo aver incontrato una delegazione di autotrasportatori.

Ma è l'uscita del Senatur sull'ex premier a guadagnare le prime pagine: "Ha paura di mandare via Monti", dice il leader della Lega ai giornalisti alla Camera. E poi l'anticipo dell'apertura di oggi della Padania: "C'è tutto il paese che vuole strozzare Monti e Berlusconi ha paura di mandarlo via". A chi gli domanda se a suo giudizio il governo arriverà a Pasqua, il Senatur risponde: "Speriamo di no".

Molti leggono la fretta del Senatùr come una spia della debolezza estrema del leader leghista, che, è la sintesi di Libero, "vuole che Silvio stacchi la spina a Monti per andare al voto e far fuori i maroniani, ma il Cav non è pronto per le elezioni".

Il Senatore Rutelli, ex leader del Pd, afferma: "La pressione di Bossi nei confronti di Berlusconi è un fatto reale così come l`imbarazzo del Pdl rispetto a questa pressione", ha detto Rutelli, a SkyTg24.

"E` evidente - ha aggiunto il leader di Alleanza per l`Italia - che può diventare un problema in tutti i luoghi nel Nord dove c`è un potere congiunto Pdl-Lega, e può determinare, col governo Monti, il completo cambiamento degli schieramenti politici che abbiamo conosciuto fino a ieri: due schieramenti che oggi fanno i conti con l`impossibilità di governare i problemi, sempre più difficili, in alleanza con le forze massimaliste e populiste. E' il motivo della nascita del Terzo Polo".

Secondo Crosetto il PdL non è spaccato - "In questo momento non si può essere che con Monti perché non c'è alternativa - dice Guido Crosetto - Il resto sono ipotesi che hanno un senso politico staccato dalla realtà. Nelle parole di Bossi c'è l'attitudine della Lega a fare sempre campagna elettorale e a monetizzare il loro essere all'opposizione. Secondo me se la prendono con Silvio per non essersela presa con Roberto".

E tuttavia, i problemi non sono solo nella Lega: La Russa e la sua insofferenza per l'appoggio a Monti ne sono l'esempio più eloquente. "All'interno del Pdl un po' di nervosismo c'è - ammette Crosetto - Ma alla fine si tratta solo di caratteri difficili". 

Infine, il (presunto) segretario del Pdl, nominato dal padrone del partito, Angelino Alfano, cerca di mantenere i nervi saldi: "Stiamo scontando un momento difficile ma la nostra alleanza con il Carroccio non è finita - dice - Ma non accettiamo ultimatum e intimidazioni dalla Lega, né li facciamo".
Il problema per Alfano, nel difficile tentativo di affrancarsi da Silvio Berlusconi e traghettare il PdL nell'era del 'dopo silvio' sono i distinguo crescenti, le mezze dichiarazioni, i mal di pancia dei parlamentari PdL. Al momento di dare la fiducia al Milleproroghe Castiello, Crosetto, Mancuso, Martino e Moles si sono astenuti. E una trentina non si sono neppure presentati in Aula. Un messaggio anche al segretario, forse, di crescente insofferenza a questa strana 'Grande Coalizione' di sostegno a Monti che lascia troppo spazio, sostengono in molti, alla Lega Nord.