Nonostante il taglio dei contributi annunciato in Finanziaria, si farà tutto il possibile per salvaguardare l’occupazione nel settore della cultura e dello spettacolo in Sardegna (circa 3000 addetti) e si lavorerà per migliorare il testo del disegno di legge sulla disciplina delle attività di spettacolo (Modifiche alla legge 18/2006) che sarà discusso in Consiglio regionale dopo
Antioco Usala, portavoce del Cosass, il coordinamento che raggruppa una cinquantina di associazioni, imprese e cooperative, ha segnalato la necessità che la politica isolana abbia a disposizione dati completi e certi per poter portare avanti interventi mirati utili a garantire la qualità delle produzioni locali, la professionalità dei lavoratori e la stessa funzione sociale del mondo dello spettacolo. D’accordo sulla necessità di eliminare tutti gli sprechi, vista l’attuale crisi, ha sottolineato che, nel Bilancio regionale, solo lo 0,16% è a loro destinato.
Ornella D’Agostino (Carovana SMI) ha spiegato che non è possibile fare cultura se non si realizza un sistema normativo organico che consenta al settore di svilupparsi. In particolare, ha lamentato la carenza di spazi fisici per gli artisti, nonostante una cinquantina di strutture sia stata ristrutturata con fondi comunitari senza essere messa, almeno in parte, a disposizione delle associazioni. Denunciata anche l’assenza di orientamenti chiari sulla gestione delle strutture. Per
Irma Toudjian (Suoni e Pause) ha suggerito una più democratica ripartizione delle risorse all’interno del settore dando meno importanza ai grandi eventi per valorizzare le piccole produzioni locali.
Hanno poi preso la parola Giuseppe Cuccu (Pd), Marco Espa (Pd), Salvatore Amadu (Pdl), il vicepresidente Carlo Sechi (Misto), Teodoro Rodin (Pdl) e il presidente della Commissione Carlo Sanjust (Pdl). Tutti hanno espresso la massima disponibilità ad accogliere i suggerimenti per tradurli eventualmente in emendamenti una volta che il disegno di legge di modifica della legge 18/2006 approderà in Aula. Red