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Indagini sul timone della Costa Concordia

 

Gli inquirenti che indagano sul naufragio della Concordia hanno deciso specifiche indagini sul timone della nave per ricostruire la manovra verso il Giglio e l'impatto contro lo scoglio.

Da quanto appreso, il timone fu completamente virato a dritta come se la nave, arrivando ad alta velocità, dovesse evitare l'ostacolo all'ultimo momento. Si stabilirà se l'errore della plancia di comando sia consistito nell'alta velocità sulla rotta 'turistica' di avvicinamento al Giglio.

La credibilità del comandante Francesco Schettino potrebbe subire un nuovo scossone dagli accertamenti decisi dagli inquirenti. Schettino nell'interrogatorio di garanzia ha ammesso di aver sbagliato la manovra di avvicinamento all'isola quando decise di portare la nave su una 'rotta turistica' diversa da quella ordinaria e poi di aver compiuto una manovra di emergenza capace di salvare, secondo lui, centinaia, se non migliaia di persone. Potrebbe non essere così.

La procura di Grosseto lo accusa fin dall'inizio dell' inchiesta di aver condotto la nave ad una velocità elevata, 15 nodi, velocità vietata dal codice della navigazione nei tratti di mare punteggiati da ostacoli poiché rende difficile arrestare i natanti entro una distanza adeguata. Ma 15 nodi - ecco le nuove valutazioni tecniche maturate dalle indagini della guardia costiera - sono troppi anche per poter correggere la direzione in tempo e senza andare a sbattere contro le rocce: perciò emergerebbe la velocità elevata come reale errore della plancia di comando della Costa Concordia, costretta a dover repentinamente virare il timone tutto a dritta (destra) per non urtare frontalmente la scogliera.

Una misteriosa donna straniera, che non faceva parte dell'equipaggio e non era registrata tra i passeggeri, era sulla plancia di comando della Costa Concordia la notte del naufragio. Potrebbe essere la stessa donna fotografata da un passeggero a cena con il comandante Schettino. Lo stesso passeggero ha notato il comandante bere diversi bicchieri di vino. È quanto riporta, insieme con la fotografia della donna, il Secolo XIX. 

Al tavolo del ristorante Club Costa quella sera sedevano il comandante, una signora bionda dall'accento straniero e un altro ufficiale della nave. Più tardi la signora ha accompagnato Schettino in plancia.

Il suo nome è Domnica Cemortan, una donna moldava 25enne. Nell'intervista che ha rilasciato alla televisione del suo Paese si presenta come membro dell'equipaggio e dice di aver salvato molte persone e difende l'operato del comandante della Concordia. Secondo fonti giudiziarie, invece, non sarebbe presente negli elenchi dei passeggeri. I magistrati vogliono capire a che titolo si trovasse a bordo e la stanno cercando, per interrogarla.

"No, non mi è proprio piaciuta la scarcerazione, non la condivido", dice a Radio Anch'io il Procuratore Capo di Grosseto, Francesco Verusio, preannunciando quasi il ricorso contro  la decisione del gip di concedere i domiciliari al comandante Schettino. "Molto - ha aggiunto - ci potrà dire la 'scatola nera', dobbiamo estrarre i dati che ci potranno dire che cosa è avvenuto". Al momento sono indagati solo "il comandante ed il primo ufficiale". Quanto al pericolo di fuga, Verusio ha spiegato che Schettino "non credo possa aspettare a casa sua" lo svolgersi dell'inchiesta.

Il pericolo di inabissamento di Costa Concordia, la nave da crociera naufragata davanti l'Isola del Giglio il 13 gennaio, potrebbe essere scongiurato da una sorta di imbragatura dello scafo fissata agli scogli. È, questa, un'ipotesi allo studio dei tecnici per evitare che a causa dell'aumento del vento e della forza del mare la nave possa scivolare nell'orrido. 

Completato dal Gis dei carabinieri il recupero di tutti i supporti informatici della plancia di comando della nave Costa Concordia, in particolare tutti gli hard-disk dei computer che costituiscono l'apparato informatico di supporto alla navigazione. Queste componenti più le prima già recuperate nei giorni scorsi formano la cosiddetta scatola nera, su cui si concentrano le attenzioni degli investigatori.

E' materiale fondamentale per confrontarlo con tracciati e comunicazioni in possesso della Capitanerie di porto.

Sarà esaminato domani il provvedimento sulle rotte a rischio dal Consiglio dei Ministri, che dichiarerà lo Stato di emergenza per l'area dell'Isola del Giglio dove il 13 gennaio e' naufragata la nave Costa Concordia.

In sostanza, spiega il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, la norma sarà "più flessibile di un decreto": si tratterà di un provvedimento interministeriale tra il dicastero dei Trasporti e quello dell'Ambiente, pertanto immediatamente esecutivo. La possibilità viene offerta da una legge già esistente, la 51 del 2001 (art. 5, comma 2). Una possibilità, rileva pertanto Clini, che "esiste da ben 10 anni, e che ora applichiamo per la prima volta".

"Ho il dovere di rendere conto a chi, come Lei, ha riposto in noi la propria fiducia". Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato della Costa Crociere, ha inviato una lettera a tutti coloro che, almeno per una volta, sono stati ospiti delle navi della compagnia. Nel messaggio il comandante Francesco Schettino non viene mai nominato, se non con un accenno indiretto al "drammatico evento straordinario, apparentemente causato da un unico errore umano, che non dovrà più ripetersi". Al contrario, Foschi tiene a sottolineare gli "atti di eroismo di membri dell'equipaggio che hanno anteposto l'altrui salvezza alla propria", ricordando gli alti standard di sicurezza che caratterizzano le navi Costa e rivolgendo un commosso pensiero al "dolore delle famiglie delle vittime".

L'equipaggio della Costa Concordia, assicura, "si è comportato in modo encomiabile in una situazione di estrema difficoltà, riuscendo nelle condizioni terribili in cui si trovavano, ad evacuare oltre 4.000 persone nel minor tempo possibile".