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I taxisti continuano il blocco

"Andiamo al Circo Massimo e diremo ai tassisti di riprendere il servizio", hanno detto i sindacalisti all'uscita da Palazzo Chigi, ma n on sono stati ben accolti dai colleghi che gli hanno gridato contro di tutto. Ci sono stati attimi di tensione al Circo Massimo, qualcuno ha tentato di venire alle mani con i rappresentanti sindacali, sono volati insulti, è scoppiato qualche petardo.

Tornata una calma relativa circa 400 tassisti riuniti in assemblea hanno votato per la prosecuzione del blocco del servizio: i tassisti si ritroveranno domani al Circo Massimo, sebbene "non ci siano permessi per farlo", come ha comunicato il sindacalista Davide Bologna, parlando all'assemblea.

Eppure i sindacati dei tassisti avevano espresso soddisfazione e fiducia, al termine dell'incontro con il governo sulle liberalizzazioni. "Un incontro costruttivo e positivo - ha detto il responsabile del settore taxi Fit, Marino Masucci - abbiamo fiducia nel fatto che il cdm recepirà le istanze presentate dalla categoria".

Sono 'indubbiamente ragionevoli" alcune delle proposte dei sindacati dei tassisti. Lo afferma un comunicato di palazzo Chigi aggiungendo che "saranno valutate nel Cdm di domani"

Faib-Confesercenti e Fegica-Cisl "dichiarano l'immediato stato di agitazione e la chiusura per sciopero degli impianti stradali ed autostradali di distribuzione dei carburanti di 10 giorni". La decisione viene assunta a causa della "retromarcia del governo che, sulle liberalizzazioni, ha capitolato davanti ai petrolieri".

Nella bozza del decreto del governo sulle liberalizzazioni, che circola in queste ultime ore, "è comparsa a sorpresa una norma sui farmaci equivalenti/generici che non ha niente a che fare con la concorrenza, anzi limita fortemente la libertà di scelta del cittadino che finirà per pagare di più", scrive in una nota Federfarma.

Fino ad oggi, continua la nota, "se il medico prescrive un medicinale di marca per il quale esiste il generico, senza aggiungere un'indicazione specifica di non sostituibilità, il cittadino in farmacia, grazie alle informazioni fornite dal farmacista, può scegliere se prendere il farmaco generico che costa meno e non spendere nulla ovvero se ritirare il medicinale di marca e pagare la differenza di prezzo a proprio carico.

Qualora venisse confermata la norma presente nella bozza del decreto, se il medico scrivesse sulla ricetta solo il nome del farmaco di marca senza aggiungere la dicitura o farmaco equivalente se di minor prezzo, il farmacista non potrebbe proporre la sostituzione e il cittadino sarebbe costretto a ritirare il medicinale di marca e a pagare la differenza".

In questo modo "al cittadino verrebbero imposti costi aggiuntivi e al medico un nuovo adempimento. Ma se il ministero della salute ritiene che i farmaci equivalenti non siano effettivamente equivalenti e non siano quindi sostituibili abbia il coraggio di dirlo chiaramente e di annullare le liste di equivalenza predisposte dall'agenzia italiana del farmaco e diligentemente aggiornate ogni mese".