Press "Enter" to skip to content

Carceri: Sdr, arresti domiciliari a Orgosolo per Catgiu dopo 27 anni

Ha ottenuto di scontare gli ultimi tre mesi di detenzione nella sua casa di Orgosolo, Francesco Catgiu, 70 anni compiuti lo scorso 24 novembre, dopo 27 anni trascorsi in diversi istituti penitenziari della Penisola. L’uomo che si era rivolto alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per ottenere il trasferimento in un carcere sardo aveva resistito poche settimane nella Casa Circondariale di Cagliari a causa di una grave crisi claustrofobica. Afflitto da una serie di gravi malattie, tra cui il morbo di Parkinson e da una forma di paraplegia che lo limita nei movimenti costringendolo all’uso delle stampelle, Francesco Catgiu è stato accolto dai familiari che per tutto il periodo della detenzione, nonostante le distanze, hanno mantenuto con lui contatti telefonici ed epistolari. Commovente l’abbraccio dei compaesani che da quando è rientrato in paese si recano quotidianamente a salutarlo e a intrattenersi con lui. Spoleto, Sollicciano, Livorno, Milano-San Vittore, Novara, Voghera, Sulmona e Secondigliano sono alcune delle strutture penitenziarie in cui ha vissuto.

“La storia di Francesco Catgiu – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” – ha avuto per fortuna un lieto fine, grazie proprio ai parenti che lo hanno aspettato e sostenuto nel corso di questi lunghi anni e alla disponibilità dei conoscenti e dei concittadini. Non si può però negare che sia una vicenda emblematica di come in Italia esistano almeno due forme di giustizia. Quella di persone che riescono a ottenere i benefici previsti dalle leggi e quella di chi al contrario conclude la pena inflittale senza riuscire mai a fruire di un permesso. In molti frangenti la detenzione di Francesco Catgiu, le cui condizioni di salute erano chiaramente incompatibili con la vita in cella, è apparsa persecutoria e ispirata a una giustizia vendicativa piuttosto che rieducativa. Il rientro nel suo paese e l’accoglienza riservatagli ancora una volta  dimostrano – conclude Caligaris – l’importanza della regionalizzazione della pena”.

Francesco Catgiu, noto "Sirbone" (cinghiale) per la sua abilità nel muoversi in campagna fu arrestato dopo una lunga latitanza il 5 marzo 1984. E’ stato condannato a 28 anni per concorso nel sequestro del dirigente industriale Leone Concato, rapito il 27 maggio 1977 in Costa Smeralda e mai rientrato a casa nonostante il pagamento del riscatto. Catgiu, accusato da un pentito ucciso nel 1987 nel carcere di Ajaccio (Corsica), si è sempre dichiarato innocente tentando anche la difficile strada di revisione del processo.