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L’ex Comandante della Costa Concordia Schettino ai domiciliari.

Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, originario di Meta di Sorrento sarà ai domiciliari "a casa sua". Lo ha precisato il difensore Bruno Leporatti parlando con i giornalisti. Il legale ha anche detto che Schettino attende la notifica della decisione del gip nel carcere di Grosseto. I familiari del comandante, la moglie, un fratello e un cugino hanno atteso la decisione in un albergo di Grosseto. 

"E' da capire perché il gip ha applicato la misura cautelare". E' il primo commento del procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio dopo la decisione del gip che ha disposto i domiciliari per il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. "Sono curioso di leggere le motivazioni e domani mattina ne prenderemo atto", ha aggiunto il procuratore. 

I sommozzatori della Guardia Costiera hanno individuato nel relitto della nave Concordia cinque cadaveri. I corpi si trovano nella parte di poppa sommersa della Concordia, nei pressi di un punto di raccolta. Un punto completamente sommerso vicino a quello dove l'altro ieri erano stati recuperati altri due cadaveri. I cinque corpi indossavano tutti i giubbotti salvagente. I corpi sono di quattro uomini e di una donna, forse passeggeri, e hanno un'età compresa tra i 50 e i 60 anni. Guardia Costiera, Vigili del Fuoco e Marina hanno iniziato il recupero dei corpi. 

Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata all'Isola del Giglio, "rischia fino a 15 anni di carcere", e "al momento le accuse sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave". Lo ha detto il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, titolare delle indagini, a Radio Anch'io sul Gr1 Rai.

Al terzo piano del tribunale di Grosseto, nell'aula dei giudici per le indagini preliminari, si tiene l'udienza di convalida per il fermo in carcere emesso nei confronti del comandante della Costa Concordia. 

E' stato interrogato tutta la notte Diego Scarpato, ufficiale in seconda della Concordia, che nei minuti immediatamente successivi all'incidente si trovava insieme ad altri ufficiali alla plancia di comando della nave della Costa crociere. Scarpato ai magistrati ha confermato, che lui insieme ad altri ufficiali avrebbe dato il via all'evacuazione della Concordia ben prima che la ordinasse Schettino. Il comandante non si decideva ancora, nonostante la situazione drammatica della nave che era sempre più inclinata.

L'equipaggio quindi decise autonomamente di far preparare comunque le scialuppe, mettendo così in salvo le oltre 4mila persone a bordo. Scarpato è originario della penisola sorrentina ma residente in Ungheria. Al momento non è indagato.

Nelle registrazioni telefoniche acquisite dalla Procura di Grosseto ci sono le comunicazioni tra l'ufficiale della Guardia Costiera di Livorno e il cellulare del comandante Schettino. Quest'ultimo avrebbe prima detto di essere sulla nave a coordinare i soccorsi, poi (intorno a mezzanotte e mezzo) si sarebbe fatto scappare una frase in cui dichiara di non poter più risalire sulla nave, ammettendo quindi di essere già sceso.

A quel punto, sono l'1,46 della notte tra venerdì e sabato e le operazioni di salvataggio sono ancora in corso, l'ufficiale della Guardia costiera intima con tono risoluto a Schettino di risalire immediatamente sulla nave e di coordinare i soccorsi; il comandante replica dicendo che obbedirà, ma secondo testimonianze non lo avrebbe mai fatto, restando sempre a terra. È questa, alle 2 meno un quarto, la chiamata più movimentata. "Parlo con il comandante?", dice l'ufficiale della Capitaneria. Dopo qualche secondo di pausa. "Sì, sono il comandante. Sono Schettino".

"Allora, lei adesso torna a bordo, risale la bigaccina e torna a prua e coordina i lavori". Dalla Capitaneria insistono alzando i toni: "Lei mi deve dire quante persone ci sono, quanti passeggeri, donne e bambini e lì coordina i soccorsi!".

Schettino replica: "Sono a bordo.... ma sono qui". "Comandante questo è un ordine, adesso comando io, lei ha dichiarato l'abbandono della nave e va a coordinare i soccorsi a prua. Ci sono già dei cadaveri", dice l'ufficiale da Livorno.

Schettino: "Quanti?". Da Livorno: "Dovrebbe dirmelo lei! Cosa vuole fare, vuole andare a casa perché è buio? Lei ora torna sopra e mi dice cosa si può fare, quante persone ci sono, e di cosa hanno bisogno". "Schettino, lei si è salvato dal mare, ma io la porto molto male, le faccio passare le anime dei guai. Vada a bordo!". "Va bene, sto andando".

Ma Schettino, stando ad alcuni testimoni, avrebbe raggiunto il molo del Giglio e se ne sarebbe andato su un taxi.

"Ero io al comando della nave" al momento dell'impatto. E' quanto ha detto il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino al gip nel corso dell'interrogatorio di garanzia tenutosi a Grosseto. Il comandante ha risposto alle domande di gip per circa tre ore.

Il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, sarà sottoposto a esami tossicologici. Lo si apprende da fonti qualificate vicine all'inchiesta, secondo le quali gli accertamenti serviranno per verificare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti da parte del comandante la notte del naufragio. 

"La nave dopo l'urto con lo scogli ha avuto uno sbandamento di 90 gradi. Non potevo risalire sopra". Anche così il comandante Schettino si è difeso dall'accusa di aver abbandonato la nave nel naufragio dell'Isola del Giglio, rispondendo al gip e ai pm di Grosseto.

Rispetto allo sbandamento della nave Costa Concordia il difensore di Schettino, l'avvocato Bruno Leporatti, rivolgendosi ai giornalisti fuori dal tribunale, ha detto: "Provate voi se vi riesce a risalire su una imbarcazione in quelle condizioni. Ci vuole un elicottero...ci vuole".

A suo carico ci sono accuse pesanti, emerse dall'inchiesta della Guardia Costiera di Livorno. L'avvicinamento della Costa Concordia al porto dell'Isola del Giglio non sarebbe stato frutto di una decisione di Schettino, ma sarebbe frutto del caso.

Schettino al suo avvocato Bruno Leporatti, che ieri ha passato il pomeriggio in procura dopo averlo incontrato in tribunale, ha detto di voler rispondere al gip. Sostiene, pare, che dopo l'impatto con lo scoglio ha ordinato una manovra di emergenza per avvicinare, accostare la nave all'isola e salvare così "centinaia di vite umane", agevolando i soccorsi. Ma, replicano dalla Guardia costiera, a quel punto la nave non era governabile, aveva i locali motore invasi dall'acqua ed era in balia delle correnti: Schettino insomma non poteva manovrare.

L'inchiesta della Guardia Costiera avrebbe appurato che l'evacuazione è iniziata alle 22.45, quindi 13 minuti prima della comunicazione di 'abbandono nave' lanciata dal comandante alla Capitaneria di Porto e fissata alle 22.58. 

L'incidente della crociera Costa al Giglio, è stato "un caso drammatico di clamoroso errore umano, quanto meno di non rispetto di policy e di regole". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture; Corrado Passera, in commissione Lavori pubblici del Senato dichiarando la propria disponibilità ad un'audizione ad hoc sulla vicenda su cui ha precisato "il ministero è stato molto presente attraverso le capitanerie di porto".

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