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Concordia, stop alle operazioni

Sono state sospese poco prima delle 9.00, dopo che erano proseguite nel corso della notte, le operazioni sulla Costa Concordia, perché la nave si è improvvisamente mossa: eccessivo il pericolo per i sommozzatori. La tanto temuta mareggiata potrebbe verificarsi con maggiore probabilità domani o venerdì.

I palombari del Gos della Marina intendono far esplodere altre tre microcariche sul relitto della Concordia, arenata all'Isola del Giglio. L'obiettivo è aprire dei varchi per arrivare a circa 18 metri di profondità, al ponte 4, dove ieri sono stati trovati 5 cadaveri. Si ipotizza che ci possano essere altri corpi, perché li' confluiscono tutti i corridoi di evacuazione della nave.

Il comandante Francesco Schettino intanto è nella sua abitazione di Meta di Sorrento. Scortato da polizia e carabinieri, e accompagnato dalla moglie e dal fratello, Schettino ha evitato fotografi e cineoperatori che lo attendevano entrando nella sua abitazione di via San Cristoforo 10 da un ingresso secondario. Ieri sera il Gip di Grosseto non ha convalidato il fermo del comandante Schettino e lo ha scarcerato applicandogli gli arresti domiciliari.

"Mi sono trovato di fronte una persona provata, che non mi ha dato l'impressione né di essere un vile né un criminale. Il comandante Schettino mi è sembrato invece molto colpito dal dramma umano di questa vicenda". Lo ha detto l'avvocato Bruno Leporatti difensore del comandante della Costa Concordia durante una conferenza stampa a Grosseto. 

Altro personale ed ufficiali si adoperavano sulla nave per aiutare i passeggeri e ciò "smentisce oggettivamente" l'impossibilità dichiarata dal comandante Francesco Schettino di gestire il soccorso a bordo.

Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino non fece alcun "tentativo serio" di tornare "almeno in prossimità della nave" dopo essere sbarcato mentre erano ancora in corso le operazioni di abbandono nave da parte dei passeggeri. 

E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Grosseto, Valeria Montesarchio.

Dopo aver lasciato la Costa Concordia incagliata di fronte al Giglio, il comandante Francesco Schettino "rimase sulla scogliera a guardare il disastro provocato". E' uno dei passaggi dell'ordinanza del Gip di Grosseto con cui si dispone la scarcerazione e gli arresti domiciliari per Schettino. Quella notte, scrive il Gip, il comandante, "una volta abbandonata sia pure intempestivamente la nave, rimase fermo sulla scogliera dell'isola del Giglio ove era approdato a bordo di una lancia, e guardava la nave affondare in balia del tragico evento che stava verificandosi".

Accompagnato da altri membri dell'equipaggio, Schettino "rimase sulla scogliera a guardare il disastro provocato", e non dimostrò alcuna volontà di fuga.

Inoltre, il comandante della nave Costa Concordia commise una "indiscutibile grave imprudenza e imperizia" nell'accostarsi a "0,28 miglia di distanza marina" dall'Isola del Giglio, si legge nell'ordinanza del gip, in cui si sottolinea che la deviazione di rotta e l'avvicinamento alla costa sono stati ammessi anche dal comandante nel corso dell'interrogatorio di garanzia "affermando di essersi accorto unicamente mediante i suoi riflessi visivi che vi era uno scoglio in sporgenza con il quale la nave andò a impattare sul fondo". 

Il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, invece, preannuncia ricorso e ammette di timori di una eventuale fuga dagli arresti domiciliari del comandante della Costa Concordia: "Non vorremmo potesse sottrarsi alle sue responsabilità - ha detto Verusio - la personalità dello Schettino e i tipi di reati a lui contestati ce lo fanno pensare. Non vorremmo potesse sottrarsi alle sue responsabilità, è possibile possa fuggire dai domiciliari o che da casa sua possa avere contatti con persone che hanno a che fare con la catena di comando della nave".

Molte le parole di biasimo che i compaesani di Schettino hanno riservato al loro concittadino: "Ha sbagliato - dice Antonio, crocierista come il comandante della Costa Concordia - ma a giudicarlo deve essere la giustizia, spero equa, e non i programmi televisivi. Quello che stiamo vedendo in tv è un gioco al massacro che non tiene conto di tutti gli aspetti della vicenda".

Schettino ha detto ai magistrati di "non aver abbandonato la nave", precisando di esser stato impossibilitato a risalire a bordo a causa della forte inclinazione. "La nave dopo l'urto con lo scoglio ha avuto uno sbandamento di 90 gradi. Non potevo risalire sopra". Ha anche dato spiegazioni sulla scelta della rotta, che ha fatto impattare al Concordia lo scoglio de Le Scole, davanti al Giglio: "L'abbiamo trovato davanti sul percorso di navigazione". Avrebbe chiarito perche' dalla nave l'allarme è stato dato circa un'ora dopo l'allarme 'di falla', quando la Costa Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi. Schettino ha comunque ammesso ieri davanti al gip di aver sbagliato la manovra di avvicinamento all'isola. E' quanto si ricava dal provvedimento con cui il gip di Grosseto lo ha scarcerato variando la misura cautelare con quella degli arresti domiciliari.

E tuttavia, i problemi per Schettino sembrano non finire con il colloquio davanti al gip perché un altro video della Guardia di Finanza ritrae la Concordia alle 22.35 di venerdì 13 gennaio, incagliata sugli scogli del Giglio, ancora dritta. In quel frangente evacuare 4mila passeggeri poteva essere relativamente agevole, in ogni caso meno difficile di quanto sia stato dopo, quando la Concordia si inclinò talmente tanto da rendere un'impresa la calata delle scialuppe a mare da uno dei lati della nave. Invece l'ordine di lasciare la nave Schettino non lo dà, il tempo passa e la nave imbarca acqua fino ad adagiarsi sulla costa. Le ancore di prua della Concordia, sospettano i magistrati, Schettino le avrebbe gettate quando la situazione era ormai compromessa. Un dettaglio determinante, quest'ultimo, per contestare la linea difensiva dello stesso Schettino, che anche ieri davanti al gip nell' interrogatorio di garanzia ha spiegato di aver salvato, grazie alla manovra della nave dopo l'impatto contro gli scogli, più di 4mila vite.

Crede a Schettino almeno una parte  dei suoi compaesani: "Se non avesse tentato quella manovra avremmo contato centinaia di vittime - dicono alcuni abitanti di Meta di Sorrento - non è certo un'attenuante ma questa circostanza deve essere tenuta presente".

 

Diffusa la lista dei dispersi, 28 nomi dalla Prefettura di Grossetto.

La prefettura di Grosseto ha diffuso in serata sul proprio sito l'elenco delle 28 persone da rintracciare dopo il naufragio della nave Costa Concordia. Tali dati, si specifica, "tuttora in corso di aggiornamento, potrebbero risultare utili ai fini della ricerca dei cittadini italiani e stranieri".

Auesti i nominativi:

Italia: Dintrono Maria, Girolamo Giuseppe, membro equipaggio, Trecarichi Maria Grazia, Virzi' Luisa Antonia, Arlotti Dayana, Arlotti Williams.

Germania: Bauer Elisabeth (f), Ganz Christina Mathi (f), Ganz Norbert Josef (m), Goergens Gertrud (f), Grube Gabriele (f), Hoer Egon (m), Neth Margarethe (f), Schall Inge (f), Stumpf Siglinde (f), Werp Brunhild (f), Werp Josef (m), Galle Horst (m), Schroeter Margrit (f).

Francia: Blemand Michael (m), Gannard Jeanne (f), Gregoire Pierre (m), Litzler Mylene (f).

Ungheria: Feher Sandor (m), membro equipaggio.

India: Rebello Russel Terence (m), membro dell'equipaggio.

Peru: Soriamolina Erika Fani (f), membro dell'equipaggio.

Usa: Heil Barbara (f), Heil Gerald (m).