“Ancora una volta con questa Giunta la Sardegna è costretta ad una corsa contro il tempo che rischia di perdere anche se arriva al traguardo.” - non usa mezzi termini il partito democratico con il segretario Silvio Lai – “il ritardo sul piano di dimensionamento scolastico rischia di ripetere le comiche dello scorso anno e di far perdere qualità nell’istruzione e molti posti di lavoro. Nonostante per la Giunta Regionale i comuni montani siano quelli dell’ “Elenco Ufficiale Comuni di Montagna” (ex legge 1 marzo 1957, n.90 e richiamato dall’art. 125 luglio 1952, n.991)” e le province nella programmazione della rete scolastica siano solo 4”.
Il Partito Democratico denuncia i ritardi, - si legge in un comunicato diffuso oggi - che non permetteranno una discussione adeguata nelle 8 province, e i rischi di non riuscire a mantenere gli impegni presi in conferenza stato-regioni per formalizzare al governo la proposta entro il 31 gennaio, con un documento del forum istruzione del Pd guidato dalla presidente Anna Maria Sanna e dalla coordinatrice Marina Spinetti e annunciando un intervento in consiglio regionale. “Senza legge regionale che giace nella commissione competente non si esercitano pienamente le competenze sulla scuola ma con questa Giunta – afferma Francesca Barracciu, prima firmataria di una delle proposte - non si esercitano neanche le competenze già presenti.”
In Sardegna - aggiunge il Pd nella nota - il dimensionamento scolastico, se attuato con l’applicazione dei parametri della Legge n. 111 del 2011 comporterebbe la soppressione del 43% delle autonomie scolastiche della Sardegna, cioé 166 presidenze su 386 circa oggi esistenti e la verticalizzazione delle scuole del 1° ciclo (infanzia, primaria e scuola media di I grado), con l’accorpamento in istituti comprensivi con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. La stessa norma prevede che “alle istituzioni scolastiche costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche” non potranno più essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato.
Ad oggi - conclude la nota della segreteria dei democratici - permane il persistente silenzio dell’Assessore e della Giunta Regionale che, a due settimane dalla scadenza del 31 gennaio 2012, data ultima per l’approvazione del piano regionale, non ha ancora convocato il tavolo interistituzionale né formalizzato le Linee guida di cui circola una bozza informale, inviata per via e mail ad alcuni sindacati ed assessori provinciali. I tempi sono ormai ridotti e serve ogni sforzo per una iniziativa che salvaguardi almeno gli attuali livelli di qualità della scuola sarda ed eviti ogni ulteriore peggioramento del servizio nei diversi territori. Com-bs