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Polemica tra il ministro Severino e il vice capo della polizia Cirillo

Le norme del decreto svuota carceri, che impongono alle forze dell'ordine di custodire in cella di sicurezza gli arrestati in flagranza in attesa della convalida sono state "totalmente concordate" con il ministero dell'Interno e i vertici delle forze di polizia. Non è riuscita a nascondere un filo di irritazione, il ministro della Giustizia Paola Severino, rispondendo al Senato alle domande dei cronisti sulle perplessità espresse, nel corso della sua audizione in commissione Giustizia a palazzo Madama, dal vice capo della Polizia, il prefetto Francesco Cirillo, proprio sulla concreta praticabilità delle nuove norme.

"Attendo - ha precisato la guardasigilli - di conoscere con esattezza da parte della commissione quali sono state queste considerazioni. Posso dire che quelle norme sono state pienamente condivise con il ministero dell'Interno. Si tratta di una normativa - ha ribadito - totalmente concordata con il ministero dell'Interno alla presenza dei vertici delle forze di polizia".

Nel corso della sua audizione in commissione Giustizia al Senato, Francesco Cirillo ha sollevato una serie di obiezioni sulla reale praticabilità delle disposizioni contenute nel decreto Severino sull'emergenza carceri e a ribadito comunque l'impegno delle forze dell'ordine: "Le forze di polizia - ha assicurato - compiranno fino in fondo il loro dovere, c'è assoluta disponibilità a fare tutto ciò che il Governo e il Parlamento ci chiederanno".

Cirillo, che ha evidenziato l'inadeguatezza delle celle di sicurezza che devono accogliere gli arrestati in flagranza di reato non più destinati al carcere (almeno fino alla decisione del Gip) e i problemi di organico delle forze dell'ordine chiamate a sorvegliare gli arrestati, ha comunque riconosciuto, in sede di replica finale alle domande dei senatori, che "il momento è emergenziale. Comprendiamo bene che bisogna dare una mano alle altre istituzioni", ha aggiunto. Nel corso della sua audizione l'alto dirigente non ha fornito tuttavia dati statistici sulle prime due settimane di attuazione delle nuove norme che dovranno essere convertite in legge dal Parlamento ma sono già in vigore, avendo il Governo scelto lo strumento del decreto legge per vararle.

 Le camere di sicurezza hanno "un costo molto alto" e oggi forze di polizia e carabinieri non sono ne organizzate ne' addestrate per custodirvi gli arrestati ha detto il prefetto Francesco Cirillo. Oggi in Italia, spiega il vicecapo della polizia, ci sono "complessivamente" 1.057 camere di sicurezza "agibili", così distribuite: 658 per l'arma dei carabinieri, 327 per la polizia di stato, 72 a uso della guardia di finanza. Queste sono in grado di ospitare 21 mila persone per "il transito" nelle carceri. Il prefetto Cirillo lamenta il fatto che nessuno ha mai detto "come devono essere queste camere di sicurezza" anche perché "veniamo da anni in cui tutte le circolari ci dicevano di far transitare il più presto possibile l'arrestato nei penitenziari". 

Quindi, sottolinea, nelle camere "non è assicurata l'ora d'aria, non c'è il bagno interno ne è Prevista la divisione tra uomini e donne". Tutti "accessori Indispensabili per la dignità delle persone". Insomma, dice chiaro e tondo: "il detenuto sta molto meglio in carcere".