I nuovi nati in Gallura crescono di oltre un punto percentuale, passando dai 1.405 del 2010 ai 1.422 del 2011, confermando anche per l’anno appena trascorso il trend di crescita che caratterizza il nord est dell’Isola. A Tempio Pausania si è registrato nel 2011 un boom delle nascite, mentre Olbia si caratterizza sempre come il reparto di Ostetricia più multietnico della provincia, dove 1 mamma su 5 non è di nazionalità italiana.
Olbia – ospedale Giovanni Paolo II
Nel 2011 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia sono nati 964 bambini (di questi dieci sono i parti gemellari), con una piccola contrazione delle nascite dello 0,6% rispetto all’anno prima, quando i nati sono stati 970.
Anche nel corso del 2011 un centinaio di donne che rischiavano di partorire prima della 34esima settimana sono state indirizzate v erso altre strutture sanitarie che garantiscono, a differenza della struttura olbiese, l’assistenza neonatologica con terapia intensiva.
“Con i numeri registrati dalla nostra struttura che oramai vanno consolidandosi negli anni – spiega Antonio Rubattu direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia – ci avviciniamo a quella soglia identificata dal Ministero della
Salute che prevede oltre i mille parti il passaggio ad una struttura dotata di Unità operativa di Neonatologia e Patologia neonatale”, spiega il primario.
Quest’anno il reparto al primo piano dell’ospedale olbiese ha registrato un importante risultato, abbassando di oltre 3 punti percentuali il numero dei tagli cesarei effettuati in sala parto: “Un importante risultato raggiunto grazie all’impegno di tutto lo staff del servizio di Ostetricia e Ginecologia che, grazie al sostegno emozionale, alle coccole e ad una maggiore attenzione verso le donne, è riuscito ad abbassare del 10% il numero dei cesarei rispetto all’anno prima,nonostante comunque il numero dei parti sia rimasto quasi invariato”.
I tagli cesarei al Giovanni Paolo II sono passati dai 311 su 970 parti del 2010, quindi con una percentuale complessiva del 32%, ai 275 su 964 parti del 2011, con una percentuale del 28,52%.
Tempio Pausania – ospedale Paolo Dettori
Il reparto di Ostetricia a ginecologia dell’ospedale Paolo Dettori registra nel 2011 un incremento delle nascite superiore al 10%, passando dai 328 nati del 2010 ai 362 nati del 2011 (di questi 4 sono stati parti gemellari). Sono stati 165 i cesarei effettuati nell’arco del 2010, con una percentuale del 45% sul totale dei parti. “Circa il 50% delle donne alle quali è stato fatto un cesareo – spiega il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Paolo Dettori, Franco Careddu - presentavano patologie uterine pregresse, per le quali era consigliato un cesareo. Con la collaborazione della Direzione Aziendale stiamo lavorando ad una riorganizzazione del Servizio che ci consenta di ottimizzare al meglio la struttura, nell’intento di garantire alle donne una maggiore libertà nella scelta della tipologia del travaglio e del parto, percorsi (come ad esempio il travaglio in acqua o con l’uso dello sgabello) finalizzati al controllo del dolore con metodi naturali per il raggiungimento del benessere materno-fetale”.
La Maddalena – ospedale Paolo Merlo
Piccola contrazione dei parti all’ospedale Paolo Merlo, dove si è passati dai 107 nuovi nati del 2010 ai 96 del 2011. Sono stati 49 i cesarei eseguiti al Paolo Merlo. “Si tratta di donne che presentavano patologie uterine pregresse, come le Miomectomia, inoltre nella realtà maddalenina il 50% delle donne sottoposte a cesareo avevano già avuto uno o più tagli
cesarei”, spiega Sebastiano Uscidda, responsabile del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena.
I cesarei – la strada per ridurne la percentuale
I reparti di Ostetricia e Ginecologia delle tre strutture sanitarie della Gallura, con il supporto della direzione Aziendale della Asl di Olbia, guidata dal direttore generale Giovanni Antonio Fadda, dal direttore amministrativo Giorgio Tidore e dal direttore sanitario Maria Serena Fenu, hanno avviato dei percorsi per ridurre la percentuale di parti cesarei effettuati in Gallura.
A Olbia è stato avviato il “Percorso del bambino Podalico”: “Se il bimbo si presenta podalico, quindi con la testa in su, si propone alla gestante il rivolgimento per manovre esterne, che consiste nel far fare al feto una "capriola" per farlo mettere in posizione cefalica, al fine di evitare il parto cesareo; Bisogna infatti considerare che la presentazione podalica rappresenta una delle indicazioni più frequenti al taglio cesareo programmato e interessa mediamente l’8% delle partorienti, quindi nella realtà olbiese circa 70 donne”, spiega il primario Rubattu.
A Olbia e La Maddalena si segue il percorso del “Travaglio prova - post Cesareo”.
“Il pregresso taglio cesareo, pur non essendo di per sé un'indicazione assoluta alla ripetizione del taglio cesareo, rappresenta, la causa più frequente di taglio cesareo; nonostante il grosso impegno che questo comporta per i nostri staff stiamo facendo “travagliare” le donne con un pregresso taglio cesareo; recenti studi hanno dimostrato infatti che nell'oltre il 50% dei casi il parto avviene con successo per via vaginale. Una strada faticosa ma è gratificante quando una donna ti ringrazia per averle dato la possibilità di partorire naturalmente”, concludono Rubattu, Uscidda e Careddu.
A Tempio Pausania si punta sui percorsi per il controllo del dolore con metodi naturali per il raggiungimento del benessere materno-fetale, come ad esempio il parto in acqua.
La popolazione straniera: un fenomeno
Anche quest’anno l’ospedale olbiese si caratterizza per la sua multietnicità: nel reparto materno-infantile si è passati dalle 29 nazionalità del 2007 alle 41 del 2011 per un totale di 198 mamme straniere, il 20% del totale delle partorienti.
Il numero maggiore di neo mamme proviene dalla Romania con 66 parti (erano 43 nel 2008, 61 nel 2009), seguita da Marocco che con 23 partorienti (erano 8 nel 2009), Polonia con 14 partorienti (erano 11 nel 2010), Brasile 9 (erano 6 lo scorso anno), Bosnia, Albania, Germania tutte con 8 partorienti, Senegal 7 (erano 12 nel 2010). A queste si aggiungono anche donne provenienti da Cina, Russia, Austria, Egitto, Thailandia, Ecuador, Messico.
Numeri più piccoli nell’ospedale di La Maddalena dove le straniere, 18, sono circa il 20% delle partorienti: Romania (12%), Polonia 2,5%, Equador, Nigeria, Brasile, Ucraina, America, Germania, tutte con l’1%.
Al Paolo Dettori di Tempio le straniere sono state 47, il 12% delle partorienti. La popolazione maggiormente presente, dopo quella italiana, è quella Rumena con 19 partorienti, seguite da Marocco con 9, Polonia 4 (lo scorso anno era la popolazione straniera più presente con 16 partorienti).
Interruzioni volontarie di gravidanza, IVG.
Anche in Gallura qualsiasi donna può richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg).
Le Ivg eseguite negli ospedali della Gallura sono state 277 a Olbia (erano 291 nel 2010) e 46 a La Maddalena (erano 80 nel 2009, 57 nel 2010), mentre nel nosocomio tempiese non si esegue l’intervento perché tutti i medici sono obiettori di coscienza, in questo caso il servizio viene comunque garantito dalle altre strutture sanitarie galluresi.
L’età delle partorienti
A Olbia il 73% delle partorienti hanno meno di 35 anni, con una media di età delle neo mamme che si attesta intorno ai 31 anni e mezzo.
L’età media scende a La Maddalena dove le mamme hanno mediamente 30 anni, mentre sale a Tempio Pausania dove le mamme hanno 32 anni.
In provincia la donna più grande che ha partorito aveva 46 anni. Com