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“Licenziare gli statali? Dovremo porci il problema” e Confindustria chiede altri tagli

La ricetta di Confindustria non cambia: con questa pressione fiscale da record, di altre tasse non se ne parla. Non restano che i tagli alla spesa pubblica. E tra questi, almeno secondo il direttore generale Giampaolo Galli, bisognerebbe anche ragionare sul licenziamento dei dipendenti statali, come in Grecia.

Ospite de La 7, Galli, rispondendo a una domanda sulla possibilità di licenziare i dipendenti pubblici ha detto che "a un certo punto dovremmo porci anche questa prospettiva qui".

La riforma del mercato del lavoro "ha senso se serve a migliorare le prospettive di occupazione delle persone, la competitività delle imprese e la crescita dell'economia", ha detto il direttore generale di Confindustria a 'Omnibus', aggiungendo che sull'articolo 18 non c'è "nessuna guerra di religione".

Galli ha sottolineato che ci sono situazioni di "disagio sociali anche molti forti", ma che nascono non tanto dalla manovra del Governo Monti. Piuttosto dal fatto
che questa è una "lunga crisi".

Ora l'Italia sta facendo un "aggiustamento" della finanza pubblica. "Purtroppo - ha detto il direttore generale di Confindustria - lo dobbiamo fare nel giro di pochi anni. Questo comporta dei sacrifici, dei costi".

Secondo Galli "la manovra non è così pesante" e i consumatori tendono a "esagerare i numeri dei rincari, ma è indubbio che colgono un aspetto reale. La sommatoria delle manovre un costo per le persone ce l'hanno. Ma bisogna chiedersi quale era l'alternativa. Sarebbe stato un disastro dal punto di vista dei posti di lavoro e dei redditi, della possibilità di occupazione per giovani e non e la chiusura di imprese".