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La Procura di Roma chiede rinvio a giudizio per Verdini, Dell’Utri e altre 18 persone.

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di venti persone al termine delle indagini sulla cosiddetta P3. In particolare è stato chiesto il rinvio a giudizio del senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri e dell'ex coordinatore del Pdl, Denis Verdini.

L'accusa contesta la violazione della legge Anselmi per aver partecipato ad una associazione segreta "caratterizzata dalla segretezza degli scopi, dell'attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale".

Il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli hanno chiesto il giudizio anche per l'imprenditore Flavio Carboni, Arcangelo Martino, ex assessore al comune di Napoli e Pasquale Lombardi, l'ex giudice tributarista. Un altro filone dell'inchiesta contesta il reato di corruzione nell'ambito dell'eolico in Sardegna e per questo si è chiesto il rinvio a giudizio anche per il governatore Ugo Cappellacci.

Per la Procura di Roma, che ha chiesto il giudizio di 20 persone, gli indagati hanno "costituito, organizzato e diretto un'associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d'ufficio, illecito finanziamento, diffamazione e violenza privata".

In particolare la Procura di Roma contesta a Denis Verdini, Marcello Dell'Utri e all'imprenditore Flavio Carboni di aver costituito l'organizzazione segreta "e allo scopo di gestirne l'attività e realizzarne gli scopi, sviluppavano una fitta rete di conoscenza nei settori della magistratura, della politica e dell'imprenditoria da sfruttare per i fini segreti del sodalizio e per il finanziamento di esso e dei suoi membri, e ciò anche grazie all'attività di promozione di convegni e incontri di studio realizzata per il tramite dell'associazione culturale denominata 'Centro studi giuridici per l'integrazione europea diritti e libertà".

L'associazione culturale che era gestita dall'imprenditore Arcangelo Martino e dall'ex giudice tributarista Pasquale Lombardi. L'organizzazione, secondo l'accusa "approfittava delle conoscenze così realizzate per acquisire informazione riservate, influire sull'esercizio delle funzioni pubbliche rivestite dalle personalità avvicinate dai membri dell'associazione e collocare in posizioni di rilievo in enti pubblici e apparati dello Stato persone gradite al gruppo". 

Tra i vari episodi contestati quello di voler intervenire sulla decisione della Corte costituzionale nel giudizio di legittimità del cosiddetto Lodo Alfano; vengono contemplati interventi su componenti del Csm per indirizzare la scelta di candidati a incarichi direttivi, interventi su magistrati della Corte di Cassazione per una conclusione favorevole di cause sia di natura civile, nel caso del giudizio tributario relativo alla societa' Mondadori, che di natura penale come il ricorso contro la misura cautelare nei confronti dell'onorevole Nicola Cosentino.

La Procura di Roma contesta anche di aver cercato di favorire l'accoglimento da parte della Corte di Appello di Milano del ricorso proposto nell'interesse della lista di Roberto Formigoni, contro il provvedimento di esclusione della stessa lista dalle elezioni regionali nel marzo 2010. Altro episodio contestato dal procuratore aggiunto Capaldo e dal sostituto Sabelli all'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino è quello di aver tentato di screditare l'attuale governatore della Regione Campania Stefano Caldoro al fine di eliminare la sua candidatura dalla lista del Pdl. Altro filone dell'inchiesta P3 coinvolge il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, che dovrà rispondere di abuso d'ufficio per la nomina di Ignazio Farris a presidente dell'Agenzia regionale per l'ambiente e questo al fine di favorire agli appartenenti all'associazione il business nell'eolico.